D’Amico a Taranto, Giubelli a Roma: parte l’epoca delle IA candidate in politica

Sono due operazioni diverse ma che cadono nello stesso perimetro. Quello all’incrocio fra politica e intelligenza artificiale. Una, Francesca Giubelli, è un nome noto, per così dire. È la prima influencer costruita con l’AI certificata da Meta, è nata due anni fa sull’onda di esperienze straniere come quella della fitness influencer spagnola Aitana Lopez e alla sua presenza sui social – in particolare su Instagram, dove conta 12mila follower – ha da poco affiancato anche un chatbot per conversare con lei in varie modalità, in particolare turistiche, alle quali si affiancherà anche quella politica. Si consulta all’indirizzo Giubelli.io. I suoi creatori, tutti professionisti della comunicazione, seguono un copione che in questi anni l’ha collocata in qualche modo dalle parti della destra di governo – anche per un video inviato lo scorso anno a una convention di Fratelli d’Italia – e la vede provocatoriamente candidarsi alle elezioni comunali di Roma del 2027.

Anna Luce D’Amico è un progetto da una parte legato al marketing politico classico e al contempo una piattaforma civica di confronto che attraverso una candidata virtuale per le prossime elezioni del comune di Taranto

L’altra, Anna Luce D’Amico, è un progetto da una parte legato al marketing politico classico e al contempo una piattaforma civica di confronto che attraverso una candidata virtuale per le prossime elezioni del comune di Taranto – molto meno radicata sui social dell’altra, d’altronde è stata appena lanciata – punta a proporre una campagna più che elettorale di contenuti, “in un’epoca in cui la politica tradizionale fatica a coinvolgere i cittadini” come dicono i suoi creatori, proponendo un modello magari replicabile altrove per “contribuire a ricostruire la fiducia e a portare nuove energie nel dibattito pubblico”. Dietro D’Amico ci sono Pierluca Tagariello, attuale responsabile della comunicazione istituzionale del Comune di Roma, e Andrea Santoro dell’agenzia Santoro Comunicare. Sono entrambi tarantini che vivono da tempo altrove, colpiti e provati dai ripetuti fallimenti accumulati negli anni dalla politica locale, dove le maggioranze in consiglio comunale si reggono sulle alleanze con i singoli consiglieri e non sui temi centrali utili a una città martoriata ma in cerca di riscatto come Taranto. Per questo hanno pensato di utilizzare gli strumenti dell’AI per “innalzare il dibattito politico”, come ci racconta Tagariello.

“L’intelligenza artificiale è ormai nell’uso quotidiano per chiunque lavori nella comunicazione, a tutti i livelli. E dunque mi sono chiesto, specie dopo l’ennesima delusione caduta dell’ultima giunta, perché mai non si possano utilizzare questi strumenti, come ChatGPT o DeepSeek, anche per la comunicazione pubblica” spiega Tagariello a Italian Tech. Così è nato l’iea di Anna (il nome più diffuso a Taranto), Luce (un secondo nome che porta con sé numerose e speranzose implicazioni sul futuro) D’Amico (uno dei cognomi più diffusi in città): “Una candidata virtuale i cui contenuti alimenteremo in base alle risposte che 600 tarantini e non hanno fornito a un nostro questionario, che non farà mai alcun endorsement per i candidati reali e il cui obiettivo è semmai fare agenda setting, innalzare cioè il livello del confronto politico locale costringendo gli esseri umani che si sfideranno davvero a esprimersi su temi centrali per la città e non su amicizie, mercimonio di voti o altre questioni che non colgono le urgenze tarantine”. Il quadro, insomma, è chiaro: Anna Luce D’Amico è un esperimento di educazione politica, quella che una volta si chiama piattaforma civica, incarnato a livello d’immagine nel volto digitale di una 45/50enne nata in un quartiere popolare della città ma con un ottimo curriculum di studi alle spalle, ricamata in termini di personalità – come ammette Tagariello – “sul personaggio di Imma Tataranni, il sostituto procuratore dei romanzi di Mariolina Venezia e della serie tv” e pronta appunto a spronare i candidati reali. Prima, insomma, viene l’operazione e poi il personaggio.

D’altro canto, Francesca Giubelli risponde a un percorso del tutto opposto: il personaggio è ormai consolidato a livello digitale, con le sue presenze su Instagram e Facebook, ed è nata un paio di anni fa per portare anche in Italia la tendenza degli avatar influencer, che poi nel tempo hanno arricchito la loro presenza social grazie all’arrivo di nuovi strumenti come Sora di OpenAI. Giubelli era dunque su piazza da prima e i suoi creatori, anche in questo caso, sono professionisti della comunicazione: Emiliano Belmonte, che lavora alla comunicazione del comune di Nemi, ai Castelli romani, Valeria Fossatelli che ne è l’anima in termini di contenuti e Francesco Giuliani. Da poco, oltre a candidarsi per le elezioni di Roma del 2027 con la sua pseudo-lista AIxRoma (ma il video di annuncio dello scorso 6 aprile ha rimediato appena 43 like, ce n’è di strada da fare), i creatori hanno messo in piedi un chatbot alternativo a Julia, quello istituzionale del Comune di Roma, raggiungibile appunto all’indirizzo Giubelli.io. Belmonte non ha voglia di fare polemica, ma spiega tuttavia che “mentre noi lo abbiamo messo in piedi con una spesa minima quello del comune è costato moltissimo e a detta di molti ancora non funziona bene. Noi lo abbiamo replicato a costo zero dandogli un’anima più turistica”. Quello del comune, a onor del vero, lavora su database ristretti e preparati per l’occasione e non pesca volutamente dal web proprio per fornire le risposte più precise possibili, mentre quello dell’influencer pariolina è sostanzialmente una versione di ChatGPT incorporata in un template qualsiasi in un dominio acquistato per l’occasione.

Insomma Giubelli si è candidata al comune di Roma come prima i suoi demiurghi l’avevano (sempre provocatoriamente) proposta anche per le elezioni europee o appunto l’avevano spinta a dichiararsi contro la maternità surrogata e per la “canzone italiana” a intervenire, “semplice ragazza filogovernativa”, a un evento del partito di maggioranza relativa al governo, ha lanciato un suo contro-chatbot, è un personaggio presente sui social da tempo e si abbevera di ciò che nel mondo accade intorno a queste icone digitali senza corpo ma con seguiti a volte importanti (Lopez conta quasi 400mila follower). Anna Luce D’Amico è al contrario un tentativo di stimolare il dibattito tarantino in vista delle elezioni del 25 e 26 seguenti alla sfiducia incassata dal sindaco Rinaldo Melucci lo scorso febbraio. Modi diversi di vedere e declinare la politica all’epoca dell’intelligenza artificiale generativa.

Fonte : Repubblica