Toquino, in concerto in Italia: “L’emozione è il senso umano della vita”

Toquino torna live in Italia a maggio con il tour 60 Anni di Carriera. Lo spettacolo, attraverso i brani che hanno costellato il suo percorso di 60 anni di successi, ripercorrerà i momenti più significativi e memorabili della storia dell’artista, omaggiando amici, compositori e collaboratori che hanno contribuito a crearla. Con lui sul palco, una delle più grandi voci della Nuova Mùsica Popular BrasileiraCamilla Faustino, che grazie al suo immenso talento porterà giovinezza, carisma e allegria a uno spettacolo unico ed emozionante. Queste le tappe del tour italiano: 18 maggio al Teatro Trianon Viviani di Napoli  19 maggio al Teatro Massimo di Cagliari, 21 maggio al Gran Teatro Geox di Padova, 22 maggio al Teatro Arcimboldi di Milano, 23 maggio al Teatro Metropolitan di Catania e 25 maggio all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Antonio partiamo dal tour: porti in Italia i tuoi 60 anni di carriera: sei emozionato?

Per me è sempre un piacere lavorare come lo è ritornare nei teatri dopo essermi esibito negli spazi aperti e soprattutto al Sud; è per me una opportunità, l’emozione c’è in ogni cosa che faccio, ogni concerto è diverso dall’altro come sempre il pubblico è diverso. Ogni volta che salgo su un palco è una rinascita, l’emozione è il senso umano della vita

Hai registrato 90 dischi e composto circa 450 brani: quanto è difficile costruire una scaletta?

Non è facile, ma c’è sempre un punto di riferimento che è le canzoni della mia vita italiana quindi Ornella Vanoni, Sergio Endrigo, Lucio Dalla e le storie che racconto nello spettacolo affrontando la generazione prima di me che ha trasmesso una esperienza musicale grande.

Sei considerato l’anima della Bossa Nova: in 60 anni di storia artistica come hai visto cambiare questo genere?

Sono arrivato dopo la prima ondata dunque ne sono figlio, è nell’anima di tutti i brasiliani, è un movimento importante e definitivo nel cambio della musica a livello mondiale. E’ una atmosfera e mai morirà grazie ad artisti quali João Gilberto che la ha messa in ogni canzone, che la vostra canzone Estate la ha fatta diventare Bossa Nova.

So che ogni giorno ti alleni con la chitarra: quanto è importante la disciplina nella musica e nell’arte in generale?

E’  un talento che va esercitato, essere schiavi di uno strumento è importante, io ho la necessità di suonare e dunque non è più un lavoro.

Tu sei stato uno dei primi artisti che ha aperto il suo mondo alle collaborazioni: è questo il tuo modo di pensare la musica?

Per un autore che aspira a fare una cosa sua l’intercambio è importante, personalmente lo considero lodevole ma non sempre fondamentale.

L’avvento in Brasile della dittatura, negli anni Sessanta, ha fatto espatriare molti musicisti: dal punto di vista musicale è stata una grande rivoluzione?

Cambiano un artista le culture assorbite in altri paesi. Ma in Brasile la dittatura è stata semente perché c’era messaggi da veicolare per superare la censura e dunque è diventata un esercizio interessante di creatività.

Testamento, fatta da te con Vinicius De Moraes, non sarebbe nata senza Giuseppe Ungaretti: cosa accadde? E quanto è stretto il legame tra musica e poesia?

Camminiamo insieme, c’è spesso una discussione se una parola di musica può diventare poesia. Leggere un testo non è come leggere una poesia. Nell’occasione che citi, Ungaretti disse che “le donne sono molto strane”: la frase fu rubata da Vincius a Ungaretti. Avevano un appuntamento ma era in corso un incontro tra il poeta e una giovane donna quando è arrivato e i due litigavano: lui si è fermato per non interrompere il dialogo ha colto quella frase che è entrata in Testamento.

Aquarello è la tua canzone più famosa, almeno in Italia: dopo tanti anni la suoni ancora con gioia o qualche volta ti senti costretto a farla?

Con gioia perché è rimasta la canzone dei bambini, è quasi una favola, i bambini che mi chiedono l’autografo per una canzone che dopo 42 anni è ancora tutta per loro, per me è una emozione generale perché muove i ricordi in tutte le generazioni.

Come è stato tornare a Sanremo con Gaia?

Molto bello, divertente e nuovo. Lei è una grande interprete, ha scelto una grande canzone di Ornella, La Voglia, La Pazzia, e lo ha fatto con grande responsabilità. La ha cantata a suo modo con me e ci aggiungo che Sanremo è Sempre, è un luogo felliniano e fantastico.

Ci sarà con te sul palco Camilla Faustino, in Italia ancora poco conosciuta: perché hai scelto lei e in cosa è speciale?

E’ giovane, bella, balla, è un vernice bellissima nelle mie canzoni. La ho scelta per il talento e perché sta bene nella vita.

Oltre al tour che accadrà nei prossimi mesi?

Non mi fermo, mi piace stare sempre con la musica vicino. Nel secondo semestre del 2025 farò un tour in Brasile e il mio tempo esiste per creare felicità con i nuovi musicisti. Sto lavorando a un disco strumentale e penso a nuove canzoni da pubblicare nei prossimi mesi.

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