Cosa cercano i gorilla del Congo quando scavano nel terreno? A quanto pare, non insetti come abbiamo creduto fino ad oggi, ma tartufi. Per la precisione quelli appartenenti alla specie Elaphomyces labyrinthinus. È quanto emerge dai risultati di una ricerca pubblicata su Primates, i cui autori si sono focalizzati sullo studio di quattro gruppi di gorilla che vivono in due località della Repubblica del Congo, il Triangolo di Goualougo e il Triangolo di Djéké, situate all’interno del parco nazionale Nouabalé-Ndoki. La curiosa conclusione deriva da quasi dieci anni di osservazioni.
Diversi gruppi, diverse abitudini
“Si tratta di una scoperta entusiasmante per la nostra comprensione del comportamento alimentare dei gorilla”, commenta David Morgan del Lincoln Park Zoo (Stati Uniti), che ha coordinato la ricerca e si occupa di studiare questi animali presso entrambe le località prese in esame.
Oltre a raccogliere campioni del materiale dissotterrato dai gorilla per identificare esattamente di che cosa si trattasse, il team ha quantificato, tramite rilievi diretti e videoregistrazioni, il tempo che gli animali spendono mediamente a scavare nel terreno alla ricerca di tartufi. A quanto pare, esistono delle differenze sostanziali fra un gruppo e l’altro dei quattro monitorati, che sembrano dipendere dall’abbondanza e dalla distribuzione dei tartufi nel terreno.
Il fatto interessante, spiegano gli autori, è che gli individui che si spostano da un gruppo all’altro tendono ad adattarsi alle abitudini dei nuovi compagni: “Ad esempio, una femmina adulta si è spostata da un gruppo di gorilla in cui questo comportamento era raro a uno in cui era quasi quotidiano, modificando le proprie abitudini”, prosegue Morgan.
Questi risultati, si legge nello studio, sono tra l’altro serviti per identificare le aree chiave in cui i gorilla del Congo vanno alla ricerca di tartufi, e spostare la collocazione di potenziali infrastrutture turistiche per salvaguardare questo comportamento.
Conoscenze tradizionali e ricerca scientifica
Inoltre, secondo gli autori la pubblicazione è un esempio di quanto le conoscenze tradizionali, la ricerca e gli sforzi di conservazione possano possano supportarsi a vicenda. Il primo autore Gaston Abea, infatti, appartiene alla comunità indigena semi-nomade locale Bangombe. Dal 2000, ha ricoperto diversi incarichi presso il parco nazionale Nouabalé-Ndoki e ad oggi è co-autore di sette articoli scientifici.
“La conoscenza tradizionale di queste foreste da parte della mia gente è messa in pericolo dai moderni stili di vita, ma si sta rivelando preziosa per continuare a studiare e preservare questi ecosistemi”, commenta Abea. Le sue conoscenze sarebbero infatti state fondamentali per riuscire a documentare nel dettaglio l’abitudine dei gorilla del Congo di andare alla ricerca di tartufi. “I nostri antenati cacciavano i gorilla, ora li proteggiamo e spero di ispirare altri Ba’Akas [persone appartenenti ad altre comunità indigene locali, nda] a fare lo stesso”.
Fonte : Wired