J.K. Rowling, perché è stata decisiva nella sentenza contro le donne trangender

Perché quando si parla di diritti transgender si fa sempre il nome di J.K. Rowling? Succede anche in questi giorni in cui sta facendo molto discutere la storica sentenza della Corte Suprema del Regno Unito che lo scorso 16 aprile ha stabilito che la definizione giuridica di “donna” riguarda esclusivamente le persone nate biologicamente come tali, quindi escludendo le donne transgender. In sostanza, per quanto riguarda la legge per le pari opportunità britannica nota come Equality Act, le persone che sono state assegnate alla nascita al sesso maschile non possono mai rientrare nelle tutele riservate alle donne, nemmeno dopo un percorso di transizione. In altre parole, secondo questa sentenza le donne transgender non sono donne.

Tra le personalità che hanno esultato per prime e in modo più eclatante rispetto a questa svolta giudirica c’è stata appunto J.K. Rowling, la scrittrice nota in tutto il mondo per aver scritto i libri di Harry Potter e negli ultimi anni una delle più grandi sostenitrici della teoria sulla supremazia del sesso biologico assegnato alla nascita e anche del fatto che estendere le tutele alle donne transgender danneggi in realtà le donne biologiche e le conquiste femministe tout court.

Le ipotesi sul ruolo di J.K. Rowling

Molti sono convinti che il coinvolgimento di Rowling non sia stato solo a livello di opinione pubblica, ma che la sua azione in questa battaglia sia stata molto più concreta. La sentenza della Corte Suprema, in effetti, arriva alla fine di un lungo percorso legale che è iniziato nel 2018 quando For Women Scotland, associazione scozzese di impostazione femminista e transescludente, ha fatto ricorso contro il governo della Scozia perché riteneva discriminatoria l’estensione dell’Equality Act anche alle donne transgender. Rowling pare abbia fatto grandi donazioni all’associazione, anche se non è chiaro quanto abbia versato in totale. Quando nel febbraio 2024 è arrivata l’autorizzazione per For Women Scotland a fare appello alla Corte Suprema, secondo la stampa britannica la scrittrice avrebbe donato 70mila sterline.

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Fonte : Wired