Accordo Usa-Ucraina su terre rare e minerali critici? Forse. La Casa Bianca mette le mani sulle risorse naturali di Kyiv. Giovedì 17 aprile Ucraina e Stati Uniti hanno firmato un memorandum d’intesa che rappresenta il primo passo verso un accordo economico di partenariato, dove Washington otterrà l’accesso alle risorse minerarie di Kyiv e verrà istituito un fondo d’investimento per la ricostruzione del paese devastato dalla guerra russa. La ministra ucraina allo Sviluppo economico Yulia Svyrydenko ha dichiarato che l’accordo finale dovrà essere ratificato sia dal Congresso americano sia dal parlamento ucraino. Come riporta Reuters, l’obiettivo sarebbe quello di completare l’intesa entro il 26 aprile.
Le implicazioni di un negoziato travagliato
La firma del documento è avvenuta tramite videoconferenza tra la ministra dell’Economia ucraina Yulia Svyrydenko e il segretario al Tesoro americano Scott Bessent dopo mesi di complesse trattative. Il percorso verso questo accordo preliminare, infatti, è stato tutt’altro che lineare, tanto più che i colloqui erano stati bruscamente interrotti a seguito di un acceso scontro verbale alla Casa Bianca tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e Donald Trump nel febbraio scorso, episodio che aveva temporaneamente fatto deragliare le negoziazioni in corso.
Svyrydenko ha annunciato la firma sui social media, affermando che il memorandum “apre la strada a un accordo di partenariato economico e all’istituzione del Fondo di investimento per la ricostruzione dell’Ucraina“, senza tuttavia fornire ulteriori dettagli sul contenuto specifico dell’intesa. Il segretario Bessent, dal canto suo, ha dichiarato che l’accordo definitivo sarà un documento di circa 80 pagine, “sostanzialmente ciò su cui avevamo concordato in precedenza“, destinato ad essere firmato entro la fine della prossima settimana. Secondo la Bbc, che ha visionato il documento, nel promemoria si afferma che “il popolo americano desidera investire insieme al popolo ucraino in un’Ucraina libera, sovrana e sicura” e che gli Stati Uniti e l’Ucraina “desiderano una pace duratura in Ucraina e una partnership duratura tra i loro due popoli e governi“.
Le ambizioni americane traspaiono chiaramente dalle dichiarazioni dello stesso Trump, il quale ha affermato che gli Stati Uniti potrebbero ricavare l’impressionante cifra di 500 miliardi di dollari dalle risorse naturali ucraine, un importo che appare straordinariamente elevato se confrontato con le entrate annuali dell’Ucraina provenienti dalle risorse naturali, che si aggirano attualmente intorno a 1 miliardo di dollari. Del resto, il presidente americano non ha mai fatto mistero di considerare l’accordo come una forma di compensazione per l’assistenza militare fornita dall’amministrazione Biden all’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa nel 2022, definendolo esplicitamente come un “rimborso” per l’aiuto fornito.
Equilibri geopolitici e calcoli strategici
Per l’Ucraina, la firma di questo memorandum rappresenta una necessità strategica in un momento di particolare vulnerabilità, considerato che il paese continua a dipendere fortemente dal supporto militare americano nella sua guerra contro la Russia, giunta ormai al quarto anno. Considerando i paesi presi singolarmente, Washington è stato di gran lunga il principale fornitore di armi a Kyiv durante tutto il conflitto. Nelle precedenti bozze dell’accordo, Kyiv aveva insistito per inserire riferimenti espliciti al supporto americano per garanzie di sicurezza post-conflitto, un aspetto evidentemente cruciale considerando l’inaffidabilità di Putin. Tuttavia, il memorandum firmato giovedì non sembra contenere menzioni a tali garanzie, il che potrebbe suggerire che questo tema rimane ancora oggetto di negoziazione per l’accordo finale, insieme alle questioni relative al fondo di ricostruzione.
Secondo le informazioni disponibili, il fondo di ricostruzione proposto dovrebbe attingere alle entrate derivanti dalle risorse naturali ucraine, come l’estrazione di metalli delle terre rare, ilmenite (un minerale di titanio di cui l’Ucraina possiede significativi giacimenti nella regione centrale di Kirovohrad) o dai pozzi di petrolio e gas naturale, per reinvestire in infrastrutture e ricostruzione. Questo meccanismo potrebbe convogliare i progetti di ricostruzione, valutati in svariati miliardi di dollari, verso diverse imprese, incluse quelle americane, creando un sistema in cui entrambe le parti ottengono vantaggi specifici: gli Stati Uniti accesso a risorse considerate strategiche, l’Ucraina fondi per la ricostruzione delle infrastrutture danneggiate dal conflitto.
Fonte : Wired