Mentre in Italia si discute ancora sul Cbd, c’è una svolta nella cannabis nei Paesi Bassi. Al contrario di quanto si creda, nel paese la sostanza non è legalizzata ma solo tollerata e dagli anni Settanta i coffee shop hanno ottenuto licenze per la vendita secondo criteri molto rigidi. Dal momento che la produzione resta vietata se non per uso personale, la cannabis che circola e che viene venduta nei Paesi Bassi proviene spesso dai circuiti illegali del narcotraffico. Ora però le cose potrebbero cambiare. Una decina di realtà agricole da alcuni anni ha ottenuto dal governo le licenze per produrre cannabis legalmente. E da lunedì 7 aprile in 80 coffee shop olandesi si trova in vendita esclusivamente questa cannabis. L’esperimento di legalizzazione completa su piccola scala durerà fino al 2029 e servirà a osservarne l’impatto sulla salute pubblica e la criminalità. Se dovesse dare risultati positivi potrebbe essere allargato, portando a una legalizzazione completa della cannabis nei Paesi Bassi.
I Paesi Bassi e la cannabis
Nei Paesi Bassi la produzione, la vendita e il consumo di cannabis sono illegali. Nonostante questo, il paese è ben lontano dal proibizionismo che contraddistingue molti altri Stati europei, come l’Italia, e da decenni ha intrapreso una filosofia basata sulla tolleranza. Dagli anni Settanta si sono affermati i coffee shop, locali di ritrovo sociale dove non è consentito servire alcolici ma in cui si può vendere cannabis secondo schemi molto rigidi grazie a licenze ad hoc.
Questi locali possono tenere in magazzino un massimo di 500 grammi di cannabis e la vendita non può superare i cinque grammi per persona. Solo i residenti olandesi possono accedere ai coffee shop e comprare la sostanza, ma la politica di tolleranza su questo punto è particolarmente elastica grazie anche alle esenzioni approvate da diversi comuni, tra cui Amsterdam. Questo negli anni ha creato un vero e proprio turismo internazionale della cannabis, che ultimamente è finito al centro del dibattito politico. Secondo le stime oltre la metà dei coffee shop di Amsterdam è frequentato esclusivamente da turisti e nel 2022 il consiglio comunale, sulla proposta della sindaca di centrosinistra Femke Halsema, ha votato per togliere le esenzioni e far tornare quei locali a esclusiva frequentazione dei residenti. La misura però non è passata.
Tra le tante ambiguità sul tema della cannabis nei Paesi Bassi c’è quella della provenienza della sostanza venduta nei coffee shop. Dal momento che la produzione è illegale e che la tolleranza riguarda solo l’autoproduzione di cinque piante, i locali si riforniscono dai circuiti illegali del narcotraffico, alimentando dunque gli schemi criminali.
Un esperimento di legalizzazione
Nel 2017 il governo guidato dall’allora primo ministro Mark Rutte ha lanciato un progetto-pilota volto a indagare gli effetti della legalizzazione della cannabis nel paese. Una manciata di aziende agricole hanno ottenuto le licenze per coltivare la sostanza e negli anni successivi sono sorte le prime piantagioni olandesi di cannabis legale. Sono stati fissati rigidi protocolli nella produzione, in particolare per quanto riguarda la quantità di principio attivo presente nella sostanza, e dal 2023 è stato aggiunto un altro mattoncino alla sperimentazione. Nelle città di Breda e Tilburg è stata messa in vendita questa cannabis legale, “un momento storico” secondo l’allora ministro della Sanità Ernst Kuipers, che ha sottolineato come le politiche sulla cannabis nei Paesi Bassi siano sotto molti punti di vista illogiche.
Fonte : Wired