C’è una soluzione made in Italy che, a sentire chi la propone, sarebbe di fatto un unicum in Europa e persino a livello mondiale. Ad annunciare la novità il commissario Agcom Massimiliano Capitanio: “Nei giorni scorsi l’Autorità ha portato a termine i lavori di un tavolo insieme agli operatori telefonici con l’obiettivo di definire le misure tecniche, un vero e proprio filtro tecnologico, per impedire il Cli spoofing, pratica che rende possibile il camuffamento del numero chiamante permettendo a centinaia di operatori [di call center, ndr] che operano nell’illegalità e prevalentemente dall’estero di agire indisturbati e fuori dalle regole che invece gravano sui call center legali”.
Dopo la pubblicazione, lo scorso novembre, della delibera numero 457 con cui Agcom ha messo nero su bianco l’obbligo, per gli operatori nazionali, di bloccare le chiamate illegittime internazionali mascherate con numeri telefonici nazionali (quelle con prefisso italiano di rete fissa e con numeri di cellulari italiani) e la successiva consultazione, si è giunti dunque all’individuazione della soluzione tecnica (la delibera sarà approvata il 30 aprile) che promette di risolvere il problema alla radice con un margine di successo senza precedenti.
Il filtro tecnologico italiano fermerà le chiamate spam alla frontiera
Il modello italiano supererebbe quello francese, fino ad oggi considerato la migliore delle soluzioni possibili, ossia quello basato sul protocollo Stir/Shaker: che, però, “è in grado di arginare solo in parte il problema”, spiega a Wired Antongiulio Lombardi, direttore affari regolamentari di Wind Tre, la compagnia che per prima in Italia nel 2023 ha implementato il blocco delle chiamate con Cli spoofing (in formato non a standard E.164), sistema poi adottato anche da altri operatori ma che non è bastato a risolvere la situazione. “La maggior parte delle chiamate con numeri falsificati avviene attraverso numerazioni nazionali tramite interfacce di rete internazionali. Gli utenti finali hanno l’impressione di avere a che fare con soggetti affidabili e vengono quindi tratti in inganno. E gli stessi operatori di tlc sono vittime del fenomeno”.
La soluzione che è stata identificata da Agcom insieme con le telco sarebbe in grado di bloccare alla “frontiera”, quindi ai confini nazionali, le chiamate di tre tipologie (che rappresentano la quasi totalità di quelle che rientrano nel perimetro del Cli spoofing). Ossia: le chiamate spam con struttura della numerazione aderente agli standard, le chiamate spam che sebbene abbiano un prefisso fisso italiano provengono dall’estero, le chiamate con prefisso mobile italiano ma che provengono anch’esse dall’estero (in quest’ultimo caso fatte salve pertanto le chiamate in roaming effettuate da utenti italiani che si trovano effettivamente oltreconfine).
Quando sarà adottata la soluzione anti spoofing?
Per questioni di sicurezza, spiegano gli interessati, sono top secret i dettagli tecnici del “filtro” che sarà adottato progressivamente dagli operatori di telecomunicazioni già prima dell’estate. Ma Lombardi di WindTre ci tiene a sottolineare che “si tratta di una soluzione, una volta implementata anche la parte di blocco per i mobili non in roaming prevista per i mesi finali dell’anno, che consente di arginare il 95% delle chiamate in Cli spoofing”. Quel 5% mancante riguarda quelle chiamate effettuate dall’estero con numerazioni reali di specifici paesi ma effettuate da soggetti che operano illegalmente attraverso numeri internazionali in capo a operatori che agiscono violando le normative. “A oggi non è possibile tecnicamente bloccare questa tipologia di chiamate – spiega ancora Lombardi -, ma nel caso di quelle che venissero originate in Italia e gestite a livello nazionale gli utenti potranno segnalarle all’Agcom o alla polizia postale”. E le autorità avranno modo di bloccarle poiché l’identificazione dei soggetti nazionali potrà essere facilmente verificata.
“È bene sottolineare – chiarisce Lombardi – che una soluzione che abbatta il fenomeno al 100% non esiste, ma in Italia nel giro di pochi mesi si assisterà a un radicale cambio di passo”. A partire dalla pubblicazione della delibera Agcom scatterà anche il timer per l’entrata in funzione della soluzione: si partirà dalle chiamate con prefisso fisso e con struttura non aderente agli standard tecnici che dovrebbero essere arginate già nell’arco di un paio di mesi mentre ci vorrà più tempo per quelle con prefisso mobile. Ma in ogni caso si punta alla piena operatività entro fine anno.
Fonte : Wired