Le autorità americane hanno deciso di limitare la vendita di chip Nvidia alla startup cinese DeepSeek. Una mossa che si inserisce nella guerra commerciale che tra Washington e Pechino e che è destinata ad inasprire le tensioni tra le due potenze.
Due i piani su cui si sta muovendo l’amministrazione di Donald Trump: il primo è quello di imporre al colosso americano una riduzione delle vendite di chip per l’intelligenza artificiale alla Cina; il secondo è di studiare sanzioni che impedirebbero a DeepSeek di acquistare tecnologia statunitense e vietare agli americani l’accesso ai suoi servizi. Lo riportano diverse testate americane che citano fonti vicine all’amministrazione, tra cui il New York Times.
Nvidia: crollo in borsa. Huang: “La Cina è un mercato importante” e vola a Pechino
Ieri Nvidia ha perso il 7% al Nasdaq e in mattinata il suo amministratore delegato, Jensen Huang, è volato a sorpresa per alcuni incontri a Pechino. A margine di quello con il capo del Consiglio cinese per la promozione del commercio internazionale, Huang ha detto che la Cina “è un mercato molto importante per Nvidia e speriamo di continuare a collaborare”. Il Financial Times ha riferito che Huang ha incontrato alcuni clienti, come il fondatore della startup di IA DeepSeek, Liang Wenfeng. E ha avuto colloqui con il vicepremier He Lifeng, rimarcando l’importanza della Cina per la compagnia e auspicando di poter proseguire la cooperazione. Nvidia, quindi, punta a mantenere la propria presenza in Cina malgrado le controversie commerciali tra Washington e Pechino, nonché i vari problemi normativi. Il gruppo prevede che lo stop statunitense potrebbe costare circa 5,5 miliardi di dollari al proprio giro d’affari.
Le pressioni del Congresso Usa: colpire Deepseek e l’IA cinese
Ma da quanto è emerso in queste ore anche i leader del Congresso americano stanno esercitando pressioni su Nvidia. Mercoledì, il Comitato della Camera sul Partito Comunista Cinese, istituito nel 2023 e che si occupa delle minacce alla sicurezza nazionale provenienti dalla Cina, ha aperto un’indagine sulla vendita di chip da parte di Nvidia in Asia.
L’obiettivo, scrive il Times, è capire se il produttore americano abbia fornito consapevolmente a DeepSeek tecnologia cruciale per sviluppare l’intelligenza artificiale, potenzialmente in violazione delle normative statunitensi.
Si tratta della prima indagine del Congresso sulle attività commerciali di Nvidia. E giunge nel momento in cui l’amministrazione Trump cerca di capire come applicare una norma introdotta durante l’era Biden che limita il numero di chip per l’intelligenza artificiale che le aziende possono esportare in determinati Paesi.
Gli Usa temono i progressi cinesi sull’IA
Misura resa forse più urgente dai progressi fatti dalla Cina in questo settore. Due mesi fa il lancio di Deepseek ha dimostrato come la Cina fosse in fase avanzata rispetto allo sviluppo dei modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM). Lancio che ha sconvolto il mercato azionario Usa, con perdite a doppia cifra per i grandi produttori americani, un calo del Nasdaq del 3,5% e mille miliardi di valore bruciati in borsa.
La mossa di Washington si inserisce in questo quadro. Gli attacchi a DeepSeek e Nvidia nascono dal timore dell’amministrazione americana che la Cina possa superare gli Stati Uniti nel campo dell’intelligenza artificiale, con implicazioni significative per la sicurezza nazionale e la geopolitica.
Carr: “L’Europa scelga da che parte stare”
Se la Cina dovesse raggiungere questo primato – e per diversi analisti potrebbe essere prossima a farlo – potrebbe utilizzare più rapidamente i sistemi di intelligenza artificiale anche per progettare armi di nuova generazione come missili e droni autonomi.
Inoltre, potrebbe convincere altri Paesi a usare la propria tecnologia per costruire reti di sistemi e infrastrutture basate sull’IA, indebolendo così l’influenza statunitense a livello globale. Due giorni fa il il presidente della Federal Communication Commission, Brendan Carr, ha detto al Financial times che l’Europa si trova a un punto di svolta: scegliere da che parte stare tra la tecnologia cinese e quella americana.
Lo scontro tecnologico tra Usa e Cina
Nella guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina la tecnologia ha un ruolo fondamentale. Gli Stati Uniti hanno dato origine ai “GAFAM”, i giganti del digitale Google, Apple, Facebook, Amazon e Microsoft, mentre anche la Cina ha i suoi colossi tech, i “BATX”, il motore di ricerca Baidu, Alibaba per il commercio elettronico, Tencent per i social network e i videogiochi, Xiaomi per gli smartphone.
E la rivalità tecnologica tra Cina e Stati Uniti si manifesta anche nell’intelligenza artificiale (IA). Dal lancio di ChatGPT nel novembre 2022, i modelli di IA generativa si sono moltiplicati negli Stati Uniti e in Cina. La startup cinese DeepSeek, fondata nel 2023, ha sconvolto il mondo dell’IA a gennaio con il suo chatbot R1, che ha eguagliato a minor costo le prestazioni dei concorrenti americani.
Ancora. Una legge approvata nel 2024 dal Congresso americano impone alla cinese ByteDance di cedere il controllo delle attività statunitensi del social network TikTok – accusato di consentire alle autorità cinesi di raccogliere indebitamente dati sugli utenti americani – pena il divieto negli Stati Uniti. Donald Trump ha rinviato la scadenza, ora fissata al 19 giugno. Anche questa è una partita aperta, con i maggiori colossi tecnologici Usa pronti a rilevare il braccio statunitense del social cinese.
Fonte : Repubblica