Incontro Meloni Trump, perché la presidente è volata in America e cosa spera di ottenere

Dazi, Ucraina e una spina nel fianco chiamata Elon Musk. E’ il giorno dell’incontro Meloni-Trump. Giorgia Meloni varca oggi la soglia dello Studio Ovale come prima rappresentante europea a stringere la mano a Donald Trump dopo l’escalation dei dazi voluta dalla Casa Bianca. Il vertice alla Casa Bianca, previsto alle 18 ora italiana di giovedì 17 aprile, rappresenta la sfida diplomatica più complessa per la premier da quando guida Palazzo Chigi. La missione arriva infatti dopo che il tycoon newyorchese ha concesso una tregua di 90 giorni nella guerra commerciale con l’Europa (e non solo), congelando temporaneamente le tariffe che avrebbero colpito duramente anche il made in Italy.

Ma sul tavolo non c’è solo il futuro delle relazioni bilaterali tra Italia e Stati Uniti: Meloni si presenta all’appuntamento anche come possibile mediatrice tra Washington e Bruxelles, forte di un colloquio telefonico avuto alla vigilia con Ursula von der Leyen. In gioco c’è un surplus commerciale di oltre 48 miliardi di euro a vantaggio dell’Unione, che Trump considera un disavanzo da correggere con l’imposizione di nuove tariffe sui prodotti continentali. Una prospettiva che rappresenta un rischio sistemico per l’economia, che Bruxelles non può permettersi di sottovalutare.

Incotro Meloni-Trump, le carte per convincere Washington a evitare la guerra commerciale

Alla Casa Bianca, secondo quanto riportato dal Sole 24 ore, Meloni presenterà alcune proposte per cercare di ridurre le tensioni con Washington sul fronte commerciale, cercando di tutelare allo stesso tempo le esportazioni italiane. La premier punta innanzitutto a un aumento degli investimenti italiani negli Stati Uniti attraverso i grandi gruppi come Leonardo nel settore aerospaziale e della difesa ed Eni in ambito energetico, creando posti di lavoro sul suolo americano. Il secondo elemento cruciale riguarda l’impegno ad acquistare maggiori quantitativi di gas naturale liquefatto americano, una mossa che soddisferebbe una specifica richiesta di Trump per riequilibrare i flussi commerciali e che si inserisce nella strategia italiana di diversificazione delle fonti energetiche dopo la riduzione delle importazioni dalla Russia.

Il terzo punto riguarda l’ambito militare, con l’impegno italiano a raggiungere la quota del 2% del Pil in spese per la difesa come richiesto in ambito Nato, traguardo che Roma considera ormai a portata di mano, grazie anche alla possibilità di includere nuove voci di spesa, come la cybersicurezza. Un quarto elemento strategico del pacchetto negoziale riguarda l’impegno italiano (ed europeo) a non avvicinarsi alla Cina, rispondendo così a una delle principali preoccupazioni dell’amministrazione Trump, impegnata in un aspro confronto commerciale e tecnologico con Pechino. Meloni ribadirà la posizione atlantista dell’Italia, escludendo la partecipazione a iniziative cinesi come la Nuova Via della Seta, da cui Roma si è già sfilata.

Fonte : Wired