I soccorritori e i paramedici palestinesi che hanno perso la vita il 23 marzo scorso vicino a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, sono stati uccisi per la maggior parte con colpi d’arma da fuoco alla testa, alcuni al petto, sparati dai soldati israeliani. Lo scrive il New York Times citando i risultati delle autopsie condotte sui 14 soccorritori e un dipendente delle Nazioni Unite morti dopo che i soldati dell’Idf hanno aperto il fuoco sulle ambulanze e su un camion dei pompieri inviato dalla Mezzaluna Rossa Palestinese e dalla Protezione Civile, come è stato confermato da un filmato della strage.
Israele ha ammesso che i suoi militari hanno compiuto l’attacco. I soldati israeliani hanno seppellito la maggior parte dei corpi in una fossa comune, hanno distrutto le ambulanze, l’autopompa e un veicolo delle Nazioni Unite, e hanno seppellito anche questi. L’esercito israeliano sta continuando a indagare sull’accaduto.
Le autopsie sono state eseguite tra il primo e il 5 aprile dopo che un team di operatori umanitari ha recuperato i corpi degli uomini nel sud di Gaza. Il New York Times ha esaminato i risultati delle autopsie di tutti gli uomini, tranne quella del dipendente delle Nazioni Unite. Le autopsie sono state eseguite dal dottor Ahmad Dhair, responsabile dell’unità di medicina legale del ministero della Salute di Gaza. Il dottor Arne Stray-Pedersen, medico legale presso l’ospedale universitario di Oslo in Norvegia, che si era recato a Gaza all’inizio di marzo per formare i medici in medicina legale, ha esaminato le foto delle autopsie e si è consultato con il dottor Dhair per scrivere una relazione di sintesi.
Fonte : Sky Tg24