OpenAI vuole creare un social network: la clamorosa indiscrezione dagli Usa

Nel giorno in cui OpenAI ha presentato un nuovo modello di intelligenza artificiale, GPT-4.1, si rincorrono indiscrezioni su una possibile mossa clamorosa dell’azienda di San Francisco: la creazione di un social network ispirato a X (ex Twitter) di Elon Musk, da aprire al pubblico.

A riportarlo è il sito americano The Verge, citando diverse fonti informate sui fatti.

Le indiscrezioni sul nuovo social

Secondo quanto appreso dalla testata, il progetto sarebbe ancora nelle fasi iniziali, ma esisterebbe già un prototipo di una piattaforme che integra un feed social incentrato sulla generazione di immagini tramite ChatGpt.

Il CEO di OpenAI, Sam Altman, avrebbe già chiesto pareri riservati a persone esterne per raccogliere feedback sul progetto.

Non è ancora chiaro se OpenAI intenda lanciare questo social come app separata o se preferisca integrarlo direttamente in ChatGpt, che il mese scorso è diventata l’app più scaricata al mondo.

La crescita di ChatGpt

Negli ultimi tempi, la popolarità del chatbot di OpenAI è esplosa. Altman ha rivelato che gli utenti attivi settimanali di ChatGpt rappresentano oggi “il 10% della popolazione mondiale”, ossia circa 800 milioni di persone.

Il merito è anche delle nuove funzionalità del chatbot, capace di generare immagini sempre più realistiche e aderenti ai prompt degli utenti. Queste capacità sono già state sfruttate per creare contenuti virali in stile Studio Ghibli, trasformare sé stessi in action figure o immaginare i propri cani come esseri umani realistici.

Tutto ciò ha contribuito a consolidare ChatGpt come lo strumento di intelligenza artificiale generativa più popolare al mondo.

Il tesoro dei social: i dati

Se le voci raccolte da The Verge fossero confermate, OpenAI potrebbe in futuro avere accesso al vero “tesoro” dei social network: i dati, fondamentali per l’addestramento dell’intelligenza artificiale. Proprio ieri Meta ha annunciato che inizierà a raccogliere i dati “pubblici” degli utenti europei per migliorare il proprio modello, Meta AI. Il successo dell’IA generativa si basa infatti sull’addestramento su enormi quantità di contenuti realizzati da persone in carne e ossa.

La creazione di un social network, inoltre, darebbe a OpenAI la possibilità di competere direttamente con Meta e X, alimentando soprattutto le tensioni con Elon Musk.

Altman vs. Musk: il duello tra visionari

Musk risulta tra i fondatori di OpenAI. Ma in seguito è diventato uno dei suoi critici più accaniti.

Il CEO di Tesla e SpaceX ha accusato OpenAI, nata come laboratorio di ricerca no-profit anche grazie ai suoi milioni di dollari, di essersi trasformata in un’entità a scopo di lucro lontana dalla sua missione originaria: “Inseguire l’AGI per il bene dell’umanità”.

Nel 2023 Musk ha poi fondato xAI, un’azienda che sviluppa intelligenza artificiale a cui appartiene Grok, il chatbot integrato in X che compete con ChatGpt.

A febbraio scorso, Musk ha guidato un consorzio che ha offerto 97,4 miliardi di dollari per acquistare le attività no-profit di OpenAI, sostenendo di voler riportare l’azienda alle sue radici. Per gli esperti del settore quello di Musk è stato solo il tentativo di rallentare la corsa di OpenAI: l’offerta era infatti ben al di sotto dei 157 miliardi di dollari che all’epoca valeva la società di Altman.

Il consiglio di amministrazione di OpenAI non ha preso sul serio la proposta. Alcuni report sostengono che non sia nemmeno mai arrivata formalmente, ma solo comunicata tramite un legale di Musk.

Il botta e risposta tra Musk e Altman

Il tempismo di questa proposta economica, non sollecitata, ha sollevato ulteriori sospetti: in quei giorni OpenAI stava trattando con SoftBank per un investimento da 40 miliardi, puntando proprio alla soglia dei 300 miliardi di valutazione (poi effettivamente raggiunta, dopo aver chiuso quel round alla fine di marzo).

La mossa di Musk, secondo alcuni, voleva semplicemente sabotare l’accordo o alzare l’asticella della valutazione.

Altman ha risposto pubblicamente su X all’offerta di Musk con una frecciata ironica: “No grazie, ma se vuoi possiamo comprare Twitter per 9,74 miliardi”. Un chiaro riferimento al fatto che Musk aveva acquistato Twitter nel 2022 per 44 miliardi, suggerendo che ora valga molto meno. Musk ha subito replicato definendo Altman “un truffatore”, alzando ulteriormente i toni dello scontro.

Fonte : Repubblica