Wired US non è stato in grado di confermare se i dati siano legittimi. Un indirizzo email associato a 4chan e due dei presunti amministratori esposti dal leak non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento. Come riporta TechCrunch, uno dei moderatori del sito ha però dichiarato di credere che l’attacco e il leak siano reali.
Il 15 aprile sono anche iniziate a circolare voci secondo cui la violazione sarebbe stata resa possibile dal fatto che 4chan utilizzava un software obsoleto e privo di patch, che esponeva la piattaforma agli attacchi. Dopo un attacco avvenuto una decina di anni fa, il fondatore di 4chan Christopher Poole, noto online come moot, aveva affrontato la questione in un post sul blog del sito: “Abbiamo dedicato decine di ore a esaminare i nostri software e i nostri sistemi per contribuire a mitigare e prevenire future intrusioni, e continueremo a farlo. Ci dispiace che sia successo e faremo del nostro meglio per assicurarci che non accada di nuovo“.
La fine di 4chan?
Emiliano De Cristofaro, professore di informatica e ingegneria presso l’Università della California-Riverside, che studia l’impatto di 4chan sul web, afferma che se la violazione fosse confermata, le ramificazioni potrebbero essere notevoli.
“Sembra che 4chan non sia oggetto di manutenzione e patch adeguate da anni, il che potrebbe indicare che una violazione è sicuramente una possibilità – afferma De Cristofaro –. Alcuni utenti di ‘alto profilo’ come i moderatori potrebbero essere stati esposti: tradizionalmente gli utenti di 4chan li odiano, quindi è possibile che siano stati presi di mira. Riprendersi dall’incidente potrebbe essere difficile o perlomeno estremamente lento e costoso: potremmo davvero assistere alla fine di 4chan per come lo conosciamo“.
Le informazioni pubblicate su Soyjak.party sembravano indicare che alcuni utenti del sito rivale di 4chan potessero essere coinvolti nell’attacco. Un post in particolare affermava che un hacker era all’interno dei sistemi della piattaforma da “oltre un anno” e che aveva fatto trapelare dati personali di utenti e amministratori di 4chan. Anche diverse schermate pubblicate sempre su Soyjak.party sembrano mostrare che qualcuno ha effettivamente ottenuto un accesso ai sistemi interni. Le immagini comprendono un database nel backend di 4chan, statistiche sugli utenti, post cancellati e gli indirizzi ip da cui sono partiti, oltre ad altri documenti interni. Alcune ricostruzioni sostengono poi che gli aggressori abbiano rubato il codice sorgente del sito.
Negli ultimi anni 4chan è finito sempre più nel mirino delle autorità statunitensi. Sembra che la piattaforma sia rimasta online anche grazie agli investimenti di una società giapponese. Nel giugno del 2023, Wired US ha riferito dell’esistenza di documenti interni che mostravano come le politiche del sito avessero favorito la creazione di un ambiente tossico, consentendo esplicitamente il razzismo, tra le altre cose. Ma anche che nella maggior parte dei casi gli appelli alla violenza su 4chan non portano al blocco degli utenti.
“Se i dati sono legittimi, le informazioni sui membri e sui post potrebbero essere utili per le indagini delle forze dell’ordine – sottolinea Gray di Flashpoint –. 4chan esiste almeno dal 2003, un aspetto estremamente significativo per qualsiasi servizio online. Al di là dei contenuti offensivi e spesso estremisti, molta della cultura di internet ha avuto origine da 4chan. Se questa è una campana a morto per 4chan, altri servizi probabilmente prenderanno il suo posto. Ma non si può sminuire l’effetto che ha avuto su internet“.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.
Fonte : Wired