AGI – Sei colpi di pistola hanno colpito Zhang Dayong, 53 anni, e la sua compagna Gong Xiaoqing mentre stavano rientrando a casa a bordo di una bici elettrica nella tarda serata di lunedì. Un’esecuzione proprio di fronte al portone di casa, in via Prenestina 62, sotto il cavalcavia della Tangenziale, a due passi dalla movida del Pigneto. Una vera e propria esecuzione nel cuore di Roma.
“Gente riservata” così i condomini scossi per quanto accaduto raccontano la coppia, ma i primi accertamenti delle Forze dell’Ordine svelano un’altra verità. Dietro quell’apparente normalità, i due impiegati in uno dei tanti negozi cinesi di Piazza Vittorio, anch’essi oggetto di accertamenti, si celava una vita nel crimine. Dayong, già noto alle forze dell’ordine, aveva precedenti per reati contro il patrimonio ed era già stato indagato in Toscana per quella che viene chiamata la “China truck” o “guerra delle grucce” su un gruppo di cinesi che avrebbe controllato lo spostamento delle merci dalle aziende orientali in cui il cinese è stato indagato per tentata estorsione. Per la maxi inchiesta “China Truck” risalente a sette anni fa: è ancora in corso il processo a 58 persone, accusate di associazione mafiosa, estorsione, usura e traffico di droga.
Questo passato, unito alla brutalità dell’esecuzione, ha portato gli inquirenti a inquadrare il duplice omicidio in un regolamento di conti all’interno della mala cinese. Si tratterebbe quindi di una faida interna alla criminalità organizzata cinese per il controllo degli affari, in particolare nel cruciale distretto tessile di Prato, dove la comunità cinese è fortemente radicata. Le indagini proseguono per chiarire l’esatta dinamica e rintracciare i responsabili.
Fonte : Agi