Vivere a lungo e in salute è il mantra dell’industria della longevità, un settore in pieno fermento dove la scienza promette innovazioni rivoluzionarie e il marketing, spesso, vende illusioni. A distinguere tra ciò che è reale e ciò che è solo ben confezionato ci aiuta il dottor Nicola Marino, esperto in medicina della longevità e direttore di AEON Foundation Longevity Society.
Cosa si intende per longevità e medicina della longevità?
“In ambito scientifico, per longevità intendiamo la capacità di un organismo di vivere più a lungo mantenendo una buona salute, cioè estendendo la healthspan, il periodo di vita in salute, più che inseguendo un’impossibile immortalità. L’obiettivo non è rendere l’uomo eterno, ma ritardare i processi di invecchiamento e posticipare il più possibile l’insorgenza di malattie e fragilità legate all’età. Ciò significa aggiungere anni in buona salute, non semplicemente anni alla vita. Questo obiettivo della ricerca di settore è ancor più importante considerando che negli ultimi 150 anni l’aspettativa di vita, detta lifespan, media è aumentata notevolmente, ma quella in salute non è cresciuta allo stesso ritmo”.
L’industria della longevità è in piena espansione. Quali sono, secondo lei, le innovazioni più promettenti su cui la scienza sta lavorando?
“Tra le innovazioni più promettenti troviamo i geroprotettori e i senolitici, i regolatori metabolici come rapamicina e metformina, oltre a terapie geniche e medicina rigenerativa. Un’area particolarmente affascinante è la riprogrammazione cellulare parziale, che punta a riportare le cellule a uno stato più giovane grazie ai fattori di Yamanaka. Questo approccio prende il nome da Shinya Yamanaka, premio Nobel per la medicina nel 2012, che è stato tra gli esperti ospiti del Milan Longevity Summit lo scorso marzo. Va sottolineato che molte di queste strategie sono ancora in fase pre-clinica o in trial iniziali. Ogni anno emergono nuovi progressi: composti innovativi, target molecolari e biomarcatori come gli orologi epigenetici che permettono di misurare l’età biologica. Sebbene queste prospettive siano entusiasmanti, è fondamentale che tali approcci dimostrino sicurezza ed efficacia attraverso rigorosi studi clinici sugli esseri umani.”
Fake news e truffe sulla longevità
Sappiamo che l’utilizzo del linguaggio pseudoscientifico è spesso utilizzato per vendere prodotti privi di evidenze reali. Le fake news sulla longevità sono un fenomeno diffuso. Pensiamo ad esempio alle “pillole miracolose vendute come elisir di lunga vita”, diete estreme, trasfusioni, editing genetico fai-da-te.
Quali sono i miti più pericolosi che circolano oggi?
“Attorno al tema della medicina della longevità prosperano molte pseudo-scienze e miti infondati, spesso veicolati per fini commerciali. Termini tecnici reali come “telomerasi”, “radicali liberi”, “staminali” o “epigenetica” vengono sbandierati per impressionare, ma senza alcuna sostanza dietro. Il pubblico deve fare attenzione ai “ritornelli” come “provato scientificamente” perché spesso i riferimenti sono studi minori su animali o in vitro, ben lontani da una prova di efficacia nell’uomo. Organizzazioni sanitarie e riviste scientifiche hanno più volte smontato questi miti. Ad esempio, l’FDA americana ha avvertito che molti prodotti anti-aging venduti online come creme, integratori, ecc. sono in realtà cosmetici o supplementi senza verifiche. Anche in Italia, l’Istituto Superiore di Sanità e il ministero della salute hanno messo in guardia contro diete estreme e preparati di dubbia provenienza. Ad oggi, l’unica via comprovata per vivere più a lungo in salute è adottare stili di vita sani e, in futuro, utilizzare eventuali terapie anti-età solo quando validate da studi clinici. Tutto il resto è marketing o, peggio, frode”.
L’editing genetico e le terapie anti-invecchiamento sono realtà o fantascienza?
“Alcune terapie anti-invecchiamento, soprattutto farmacologiche, stanno uscendo dal regno della fantascienza ed entrando nei laboratori clinici, segno che la comunità scientifica le considera abbastanza plausibili da testarle sull’uomo. L’editing genetico finalizzato alla longevità, invece, al momento rimane confinato alla ricerca di base. Alcuni esperimenti su vermi e topi hanno dimostrato che modificare certi geni può allungare la loro vita, ma applicarlo all’uomo è estremamente complesso e lontano nel tempo. Qualunque applicazione futura dovrà passare per una rigorosa valutazione etica. Una possibile applicazione più concreta nel prossimo futuro è l’editing genetico somatico per correggere mutazioni legate a malattie dell’età come l’Alzheimer.” Il CRISPR, una tecnologia di editing genetico che permette di modificare il DNA con estrema
precisione. “Va visto come uno strumento potentissimo che la scienza sta imparando a
usare. Oggi è impiegato per malattie monogeniche, domani forse per il cancro, e un giorno
chissà, anche per rallentare l’invecchiamento”, conclude il Dott. Marino.
Fonte : Wired