Dopo le immagini virali ispirate (fin troppo) all’effetto Studio Ghibli, ChatGpt è al centro di una nuova tendenza: trasformare i cani in esseri umani.
Il fenomeno consiste nel caricare sul chatbot di OpenAI la foto del proprio animale domestico e chiedere all’intelligenza artificiale di reinterpretarlo come una persona in carne e ossa, mantenendo il più possibile i tratti distintivi che caratterizzano il cane nell’immagine originale.
I risultati, sorprendenti e in alcuni casi esilaranti, iniziano a circolare sui social media, in particolare sulla piattaforma X di Elon Musk ma anche su TikTok, dove le trasformazioni dei cani vengono proposte con tanto di colonna sonora.
Come “umanizzare” il proprio cane con ChatGpt
Trasformare il proprio cane in un “sosia” umano non è complicato. Non bisogna essere grafici o esperti di fotoritocco. Il vantaggio dell’IA generativa è proprio questo: per creare un contenuto – un documento scritto o un’immagine, come in questo caso – è sufficiente un prompt, vale a dire un’istruzione di testo, e uno chatbot come ChatGpt, appunto, che sfrutta un modello di IA per la generazione di immagini particolarmente efficace: Gpt-4o.
Ecco i passaggi da seguire:
1. Accedere a ChatGpt: si arriva alla piattaforma tramite l’indirizzo chat.openai.com o usando l’app ufficiale di ChatGpt con un account attivo. La funzione di generazione immagini è disponibile sia per gli utenti gratuiti (con limiti giornalieri) sia per gli abbonati ai piani Plus, Pro o Team.
2. Caricare una foto: è necessario fornire una foto nitida del proprio cane. Le immagini di alta qualità, con caratteristiche ben definite come il colore del pelo o degli occhi, garantiscono risultati migliori.
3. Inserire un prompt: nel campo riservato al testo, bisognerà scrivere l’istruzione che l’IA dovrà seguire. Un esempio può essere: “Trasforma questo cane in un personaggio umano, mantenendo i suoi tratti visivi e caratteriali come [es. giocoso, leale]” Per un risultato più creativo, è possibile aggiungere uno stile specifico (“in stile realistico” o “come un personaggio da fumetto”).
4. Generare e scaricare: dopo aver inviato il prompt, ChatGpt elabora la richiesta e genera l’immagine in un minuto circa. Si può scaricare il risultato cliccando con il tasto destro sull’immagine e selezionando “Salva immagine con nome…”, oppure attraverso il pulsante per il “download” dalla piattaforma.
Il precedente: l’effetto Studio Ghibli
La tendenza dei cani umanizzati segue a ruota l’effetto Studio Ghibli che ha invaso i social nelle scorse settimane. In quel caso, gli utenti hanno usato ChatGpt per trasformare foto – da selfie a meme iconici – nello stile disegnato a mano tipico dello Studio Ghibli, celebre per film come La Città Incantata e Il Mio Vicino Totoro.
Le bacheche di X e Instagram si sono riempite di immagini dai colori vivaci, personaggi espressivi e paesaggi onirici, portando ChatGpt a picchi record. Il CEO Sam Altman a un certo punto ha parlato di “un milione di nuovi iscritti in un’ora”.
Tuttavia questa tendenza alimentata da ChatGpt ha suscitato polemiche riguardanti possibili violazioni di copyright.
La stessa OpenAI sta affrontando diverse cause – da parte del New York Times, di altri quotidiani statunitensi e anche numerosi scrittori – perché è stata accusata di aver addestrato la propria intelligenza artificiale su opere protette senza autorizzazione. Nonostante le controversie, la popolarità del trend ha spianato evidentemente la strada a nuove mode basate sull’IA, come quella della trasformazione degli animali.
Le critiche legate all’impatto ambientale
Le immagini leggere e divertenti in stile Studio Ghibli, a cui ora si aggiungono quelle dei cani trasformati in esseri umani, hanno infuocato il perenne dibattito sull’impatto ambientale dell’IA generativa, in particolare in termini di consumo di energia e risorse.
Per esempio uno studio del 2024 condotto dalla Carnegie Mellon University in collaborazione con la piattaforma Hugging Face ha rilevato che la generazione di 1.000 immagini tramite diversi strumenti di intelligenza artificiale generativa richiede in media circa 2,907 kilowattora (kWh).
Questo significa che la produzione di una singola immagine consuma approssimativamente 2,9 wattora (Wh), un valore paragonabile all’energia necessaria per ricaricare completamente uno smartphone medio.
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, inoltre, una singola richiesta a ChatGpt consuma dieci volte di più rispetto a una ricerca su Google.
La generazione di immagini, molto più dispendiosa in termini di calcolo, aumenta ulteriormente questo consumo.
Infine un’indagine condotta nel 2024 dal Washington Post in collaborazione con ricercatori dell’Università della California, Riverside, ha evidenziato come la generazione di un’email di 100 parole tramite ChatGpt (basato sul modello Gpt-4) può arrivare a consumare circa 0,14 kilowattora (kWh) di elettricità, equivalente all’energia necessaria per alimentare 14 lampadine LED per un’ora.
Lo stesso studio ha rilevato che la produzione di tale email richiede circa 519 millilitri di acqua, utilizzata principalmente per il raffreddamento dei server nei data center che ospitano i supercomputer fondamentali per il funzionamento dell’IA.
Fonte : Repubblica