In linea con l’andamento positivo degli ultimi anni, il giro d’affari del settore dei videogiochi in Italia cresce del 3%, sfiorando i 2,4 miliardi di euro rispetto ai 2,3 miliardi registrati nel 2023. Anche l’industria nazionale si conferma in ascesa: il numero delle imprese è salito a 200, segnando un incremento del 25% rispetto a due anni fa. Aumentano anche gli addetti che raggiungono le 2.800 unità (+17%), mentre il fatturato degli studi di sviluppo italiani segna un balzo del 36%.
Questi sono i primi dati che emergono del rapporto I videogiochi in Italia nel 2024. Mercato, consumatori, industria presentato oggi da IIDEA, l’associazione che rappresenta l’industria dei videogiochi in Italia, in occasione di un evento organizzato nell’ambito della Giornata Nazionale del Made in Italy, presso il Ministero della Cultura, alla presenza del Sottosegretario di Stato Senatrice Lucia Borgonzoni.
Il mercato nel dettaglio
Nel 2024 il settore dei videogiochi continua a crescere, spinto soprattutto dal segmento software che da solo rappresenta oltre tre quarti del giro d’affari complessivo. Il valore ha toccato quota 1,8 miliardi di euro, con un aumento dell’11% rispetto all’anno scorso. A trainare l’incremento sono le app, sempre più centrali nelle abitudini dei gamer italiani, che hanno generato 908 milioni di euro (+16%). Ottimo risultato anche per il digitale, che raggiunge i 715 milioni di euro (+20%). In controtendenza è invece il mercato del fisico, in calo del 24% rispetto al 2023. Tuttavia, il confronto tra i ricavi generati dalla vendita di videogiochi in formato digitale (326 milioni di euro) e quelli in formato fisico (201 milioni di euro) conferma che, nonostante la flessione, l’acquisto di titoli pacchettizzati resta ancora una scelta diffusa tra i consumatori italiani.
Il segmento hardware, invece, registra un calo del 18% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 548 milioni di euro. Una flessione che può essere spiegata anche dal confronto con un 2023 anomalo, segnato da una line-up software eccezionale e da un boom delle vendite hardware favorito dalla fine delle difficoltà di approvvigionamento delle console.
Fotografia dei consumatori
Nel 2024 i videogiocatori in Italia crescono dell’8%, raggiungendo quota 14 milioni: una cifra che rappresenta il 33% della popolazione tra i 6 e i 64 anni, con un’età media di circa 31 anni. In aumento sia la presenza femminile, che sale del 14% toccando i 5,7 milioni, sia quella maschile, che registra un +2,5% e arriva a quota 8,2 milioni.
Il pubblico dei videogiocatori nostrani si conferma prevalentemente adulto: 7 su 10 sono maggiorenni, con una concentrazione maggiore nelle fasce d’età 15-24 anni e 45-64 anni.Nel 2024 quasi 10 milioni di italiani dedicano almeno un’ora a settimana ai videogiochi, dato in lieve calo rispetto alla rilevazione precedente (-4%).
I dispositivi mobili, come smartphone e tablet, restano la scelta preferita dai videogiocatori, nel 2024 usati da 10,4 milioni di persone, con un aumento del 12% rispetto all’anno precedente. Seguono le console, preferite da 6,2 milioni di appassionati (+11,5%) e i PC, con 4,8 milioni di utenti (+5%).
L’industria nazionale
L’analisi della produzione di videogiochi in Italia nel 2024 fotografa un settore in crescita e sempre più solido, con numeri in aumento sia sul fronte del fatturato, sia su quello occupazionale. Basti pensare che nel 2012 il comparto contava appena 48 imprese, per un giro d’affari di circa 20 milioni di euro. Oggi, a distanza di dodici anni, le aziende attive sono oltre 200 e il fatturato sfiora i 200 milioni di euro, con una crescita del 36% rispetto al 2022.
Un risultato che passa anche dalla capacità dei nostri studi di sviluppo di farsi conoscere all’estero, come sottolinea Thalita Malagò, Direttrice Generale di IIDEA: “Occorre promuovere gli studi italiani a livello internazionale, garantendo una presenza strategica nei principali eventi di settore, che restano fondamentali per acquisire visibilità e consolidare il proprio network all’interno di un’industria globale. Serve avere anche una presenza collettiva agli eventi, lo abbiamo fatto per anni alla GDC e alla Gamescom, negli ultimi due abbiamo espanso la nostra partecipazione anche al Tokyo Game Show e, di recente, al London Games Festival. Inoltre abbiamo ampliato la nostra presenza internazionale sviluppando collaborazioni con gli Istituti Italiani di Cultura”.
Sul fronte occupazionale l’industria italiana continua a crescere: gli addetti sono passati dai 2.400 del 2022 ai 2.800 nel 2024, con un incremento del 17%. A confermare il consolidamento del settore, si segnala che oggi il 75% degli studi conta più di sei dipendenti.L’età media degli occupati si concentra nella fascia tra i 25 e i 35 anni e l’80% della forza lavoro ha meno di 36 anni. Le donne rappresentano il 23% del totale, con una presenza più marcata nei ruoli di supporto (36%), art (34%) e management (24%).Il settore è composto principalmente da imprese collettive che rappresentano il 66% del totale, mentre il 19% è costituito da liberi professionisti e il 13% da imprese individuali. Guardando alla longevità delle aziende, si osserva che il 45% è attivo da più di sette anni, mentre il 21% è sul mercato da uno a tre anni. Per quanto riguarda le piattaforme di pubblicazione, il PC resta la principale scelta degli sviluppatori italiani (86%), seguito dalle console (44%) e dal mobile (37%).
La forma principale di sostentamento degli studi di sviluppo italiani resta ancora l’autofinanziamento (88%), anche se si registra supporto crescente da parte dei publisher (38%) e un’incidenza maggiore delle misure pubbliche di sostegno al settore (32%).
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L’accesso a investimenti privati e venture capital rimane invece limitato. Sottolinea Malagò: “Se da un lato l’apporto finanziario dei publisher e l’accesso a misure di sostegno pubblico sono stati cruciali per lo sviluppo dell’industria negli ultimi anni, vediamo un chiaro bisogno di maggiore capitale d’investimento. Questo permetterebbe agli studi di crescere ulteriormente, rafforzarsi come realtà imprenditoriali. È altrettanto fondamentale sviluppare e agire nella formazione imprenditoriale per formare imprenditori evoluti, pronti a rispondere alle sfide di un settore decisamente complesso”.
Nonostante la crisi occupazionale che ha investito il settore del videogioco, con una stima di 14.000 licenziamenti nel 2024 secondo il rapporto State of the Game Industry della Game Developer Conference, l’industria italiana sta reagendo positivamente. Nei prossimi due anni è previsto il lancio di 80 titoli, di cui 62 sono nuove proprietà intellettuali, a testimonianza di una forte spinta all’innovazione. I videogiochi sviluppati da studi italiani sono principalmente destinati ai mercati esteri: seppur in crescita dal 7% al 12% rispetto alla rilevazione precedente, la distribuzione interna resta limitata. L’Europa continua a rappresentare la piazza principale (42%), seguita dal Nord America (37%). Le quote di Asia (9%), Medio Oriente e Africa (5%) sono più contenute, ma registrano una lieve crescita rispetto al 2023.
Fonte : Repubblica