I paesi dell’Europa centrale e dei Balcani sono quelli che hanno registrato le anomalie più significative rispetto alla media del periodo 1991-2020. E lo stesso vale anche per l’Italia centro meridionale e l’arco alpino.
Anche per il mare è stato un anno decisamente caldo: il Mediterraneo ha presentato una temperatura media annua superiore di 1,2°C rispetto alla media.
Gli eventi estremi
Era dal 2013, sostiene il report di Copernicus, che l’Europa occidentale non registrava esondazioni come quelle viste nel corso del 2024. Il 30% della rete fluviale europea ha superato la soglia di allerta per piena elevata, il 12% ha superato quella legata alla piena severa. Nel nord Italia, in particolare nel nord est, i bacini fluviali hanno superato in maniera significativa la portata fluviale media annua, ovvero la quantità di acqua che scorre nel fiume in un anno.
Un incremento nella portata legata al fatto che il 2024 è entrato nella top 10 degli anni più piovosi dal 1950 ad oggi. In particolare, sull’Europa occidentale si è scatenato il ciclone Boris, che in Italia ha causato gravi danni in Emilia-Romagna. Senza dimenticare, poi, l’alluvione che ha colpito Valencia.
In generale, per tutto il Nord Italia, ma in particolare per l’Emilia Romagna, il 2024 è stato un anno decisamente più piovoso rispetto alla media.
L’aumento dell’insolazione
Altro effetto del cambiamento climatico in atto è quello legato ad un aumento delle ore di insolazione. Un altro fenomeno che lo scorso anno ha interessato, oltre al Mezzogiorno d’Italia, anche l’Europa centro orientale ed i Balcani.
Più nel dettaglio, nel corso del 2024 le ore di insolazione hanno superato del 4,53% la media. Non si tratta del valore più elevato, pari invece al 6,34% e registrata nel 2022. Ma, se si guarda all’andamento dagli Ottanta del secolo scorso ad oggi, la tendenza ad un aumento appare evidente. Il che se è positivo per la produzione di energia rinnovabile, lo scorso anno la produzione di energia fotovoltaica ha toccato la quota record dell’8,7%, ha ovviamente anche conseguenze negative.
Come quelle legate allo stress da calore: lo scorso anno si sono registrati 28,9 giorni di forte stress da calore e 7,4 di stress molto forte. Valori secondi solo a quelli visti nel 2010, quando questi indicatori raggiunsero rispettivamente i 29,4 e gli 8,2 giorni. Lo stress da calore viene espresso in base all’Indice universale del clima termico, una misura di temperatura equivalente che esprime il comfort termico umano sempre in °C, ma basandosi anche sul vento, l’umidità e la radiazione solare. Se supera i 32°C si parla di stress forte, se supera i 38°C di stress molto forte.
La mappa, che ricalca in negativo quella relativa alle precipitazioni, mostra le anomale nell’insolazione in Italia. Ci sono zone del Mezzogiorno, in particolare della Puglia, dove l’aumento dell’insolazione ha superato le 300 ore lo scorso anno. Si tratta di 12 giorni e mezzo, molti di più se si tiene conto che di notte il sole non c’è.
Per scrivere questo pezzo è stato usato ChatGPT-4o per estrarre in file .csv i dati impiegati per costruire le mappe legate alle anomaline nelle temperature, nella portata fluviale media, nelle precipitazioni e nelle ore di insolazione, rilasciate da Copernicus in formato .nc. Lo stesso modello è stato impiegato per tradurre alcuni passaggi del comunicato stampa dall’inglese, con l’obiettivo di rimanere fedeli alla terminologia scientifica.
Fonte : Wired