The Last of Us 2, la seconda stagione della serie è ancora più bella ma anche più straziante

La prima annata aveva il taglio di un road movie, il viaggio pericoloso ed emotivamente devastante di Joel ed Ellie verso un ospedale a Salt Lake City dove lei, immune al virus, poteva essere studiata per trovare un vaccino al male che trasforma le persone in uomini-fungo cannibali. La stagione si era conclusa in modo inaspettatamente cruento: Joel aveva ucciso (quasi) tutti colori coinvolti nella sperimentazione su Ellie, salvandole la vita e poi mentendole su cosa fosse davvero successo. Cinque anni sono passati da quel giorno. Entrambi vivono nell’insediamento di Jackson, ma i due sono distanti e si parlano a stento, nonostante gli sforzi di lui di riavvicinarsi. Sulle tracce di Joel c’è Abby (Kaitlyn Deever), in cerca di vendetta per la strage di Salt Lake City. Ellie, ora diciannovenne, trascorre la maggior parte del tempo pattugliando i dintorni in cerca di zombie da sterminare. Accanto a lei, la leale Dina (Isabela Merced). Il suo teen spirit è indomabile, e lei è ribelle, arrabbiata e spavalda.

Da qui in avanti è difficile procedere senza spoiler. Quello che possiamo dire è che questa è in gran parte la stagione di Ellie, così come la precedente riguardava principalmente Joel. Nel corso degli episodi, la protagonista è costretta a riflettere sul suo nuovo posto in un mondo del quale si vedeva salvatrice (un’opzione che Joel le ha tolto), sulla sua capacità di scegliere tra vendetta e perdono, sulla scelta di avere una famiglia in una realtà pericolosa e disseminata di morte. Inizialmente più stanziale della prima stagione, più avanti lo show porterà Ellie a compiere un nuovo viaggio con una nuova compagnia (chi conosce il videogioco sa dove e perché), verso un luogo animato da faide tra fazioni militari e religiose ricordano le dinamiche di The Walking Dead. Le due parti antagoniste costituiscono l’unica novità che non ci piace di questa stagione, assieme al fatto che vedere Ellie avventurarsi nel mondo senza Joel è devastante. Tuttavia, ha senso: la protagonista non è più una ragazzina, è una guerriera e un’adulta in cerca del motivo per cui sopravvivere, piuttosto che di come farlo.

Fonte : Wired