Quindici anni senza Raimondo Vianello. E li sentiamo tutti

Quando nel 1998 ritirò il Telegatto alla carriera assieme a Sandra, non rinunciò a scherzarci su: “Di solito questo premio suona come un sigillo e dopo quello alla carriera viene il premio alla memoria, che mi auguro un giorno di poter ritirare”. La reazione alla battuta di Raimondo Vianello arrivò a distanza di qualche secondo e, come spesso accade, scatenò una risata in platea ancora più dirompente. La Mondaini, perplessa, chiese spiegazioni, ottenendo il secondo atto della freddura: “Mica è detto che si faccia tutto in coppia”.

Cinico e appassionato di un umorismo nero che non risparmiava nemmeno la moglie, Vianello sapeva ribaltare la retorica, trasformandola in secchiate d’acqua fredda. Di conseguenza, il rischio è stato sempre quello di prenderlo sul serio, se solo i suoi occhi non sorridessero ogni volta, quasi a voler tranquillizzare il pubblico. Pubblico che lo conosceva e che quella sana cattiveria la cercava puntualmente, perché non poteva farne a meno.

Scomparso il 15 aprile del 2010, Raimondo Vianello, con una laurea in giurisprudenza in tasca, capì da subito che quella non poteva essere la sua strada e virò – fortuna nostra – sul mondo dello spettacolo.

I primi passi avvennero al fianco di Ugo Tognazzi, con cui propose uno dei primi show della tv italiana: “Un, due, tre”. I guai per i due arrivarono nel 1959, quando decisero di ironizzare sull’incidente occorso al presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, caduto dalla sedia durante una serata alla Scala con De Gaulle. L’episodio, nascosto dagli organi di informazione, venne manco a dirlo cavalcato da Vianello, che sfilò la sedia a Tognazzi, facendolo scivolare sul pavimento. La battuta che seguì (“chi ti credi di essere?”) bastò per provocare la sospensione del programma.

Il legame indissolubile con Sandra Mondaini

E’ in quel periodo che conobbe la Mondaini. ‘Sandra e Raimondo’ divenne pertanto un nome unico, da pronunciare tutto d’un fiato, simbolo di comicità ed eleganza. Prima in Rai e, dagli anni ottanta, anche sulla tv commerciale. Silvio Berlusconi infatti li corteggiò, così come aveva fatto in precedenza con Mike Bongiorno e Corrado.

“Non lo conoscevamo e lo ricevemmo a casa”, raccontò Vianello anni dopo. “Ci avevano parlato di un uomo molto ricco, ma la prima cosa che ci chiese una volta arrivato fu qualcosa da mangiare. Divorò un tramezzino. Allora dissi a Sandra: ma siamo sicuri che questo ha i soldi?”.

Battute che nascondevano affetto e riconoscenza, perché la Fininvest (poi Mediaset) rappresentò una vera e propria svolta per la carriera sia di Vianello che della Mondaini. Fu qui che Raimondo perlustrò l’universo dei quiz, come “Zig Zag” e “Il gioco dei nove”, e poté dar sfogo alla sua passione calcistica con la conduzione di “Pressing”.

Alla fine degli anni novanta Mediaset lo riprestò alla Rai per la classica occasione che non si può rifiutare: il Festival di Sanremo. Vianello arrivò all’Ariston all’età di 76 anni, accompagnato da Eva Herzigova e Veronica Pivetti, rispettivamente chiamate a rivestire il ruolo della bellona e dell’imbranata. L’inciampo, però, arrivò con Madonna che, dopo l’esecuzione di ‘Frozen’, fu frettolosamente congedata e allontanata dal palco: “Dobbiamo andare avanti…”. Scivolone che i fan della popstar non gli perdonarono mai.

Esperienze in solitaria alle quali si aggiunse il vero marchio distintivo della coppia, ovvero quel “Casa Vianello” che dal 1988 si prolungò per ben sedici stagioni e 338 episodi. L’iconico epilogo in camera da letto, con Raimondo distratto dalla lettura della Gazzetta e Sandra perennemente annoiata intenta a scalciare sotto le coperte, è diventato un pezzo di storia della tv. Esilarante soprattutto perché sostanzialmente vero, come confidò lo stesso Vianello in una puntata di “Tra moglie e marito”: “La prima lite? Avvenne appena sposati. La prima sera, ad un certo punto, mi misi a leggere la Gazzetta dello Sport”.

In simbiosi anche nel momento di andarsene

L’apparente distacco in realtà nascondeva un legame solido, blindato. E ogni tanto i diretti interessati toglievano la maschera per lasciare spazio alla dolcezza: “Se penso al mio passato mi sembra di essere nata solo il giorno che l’ho conosciuto – diceva la Mondaini – la mia vita di prima non me la ricordo per niente”. E Vianello, in un momento di eccezionale sincerità ammise: “Voglio molto bene a mia moglie. Ci siamo conosciuti, stimati subito, apprezzati, affiatati. Ci uniscono tante cose anche nei giudizi delle persone, degli avvenimenti e una grande tenerezza”.

Se ne andò cinque mesi prima di Sandra, che in quel lasso di tempo non tornò praticamente mai a vivere. Cinque mesi che, in realtà, né per loro, né per noi sono mai esistiti. Sandra e Raimondo, di fatto, si sono congedati assieme.

Fonte : Today