Sumy, cosa sono i missili Iskander usati nella strage in Ucraina

Due missili balistici Iskander hanno colpito ieri la città ucraina di Sumy, provocando 34 morti e 117 feriti. L’attacco è avvenuto nel primo pomeriggio, durante la domenica delle Palme – la festività cristiana che precede la Pasqua – e ha interessato zone residenziali e strutture sanitarie della città, situata a circa 30 chilometri dal confine con la Russia. Il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi nelle prossime ore, poiché i soccorritori sono ancora impegnati tra le macerie. Si tratta, finora, dell’attacco con il più alto numero di vittime civili in Ucraina nel 2025. Nel frattempo, Mosca e Kyiv si accusano reciprocamente di aver violato la tregua sulle infrastrutture energetiche prevista dal piano statunitense. Questo tipo di attacchi risulta particolarmente letale poiché missili balistici come gli Iskander seguono una traiettoria ad arco e colpiscono i bersagli dall’alto ad altissima velocità e perciò sono difficilmente intercettabili dalle difese aeree. Gli Iskander, in particolare, possiedono una lunga gittata che gli permettono di essere lanciati direttamente dal territorio russo e raggiungere rapidamente obiettivi in Ucraina. Dal 2022 a oggi, Mosca ha condotto oltre cento attacchi con missili Iskander in Ucraina.

Cosa sono i missili Iskander usati a Sumy, caratteristiche e capacità operative

I missili Iskander usati per colpire la città di Sumy sono un’arma russa, sviluppata per sostituire i vecchi missili sovietici Tochka ormai obsoleti e per aggirare e competere con i moderni sistemi di difesa antimissile della Nato in Europa. La Russia ha iniziato a progettarli negli anni Ottanta, ma li ha completati solo dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Sono entrati in servizio nel 2006 dopo un lungo periodo di test. A differenza dei droni o dei missili da crociera, che volano come piccoli aerei seguendo il terreno, gli Iskander sono missili balistici che vengono lanciati verso l’alto e poi cadono sul bersaglio seguendo un arco, come un proiettile d’artiglieria ma su distanze molto maggiori.

Il sistema Iskander esiste in diverse versioni: la principale è l’Iskander-M, riservata all’esercito russo, che può colpire bersagli fino a 400-500 chilometri di distanza con una testata di circa 800 kg. Per i mercati esteri, Mosca ha sviluppato l’Iskander-E, con portata ridotta a circa 280 chilometri e testata più leggera (480 kg), per rispettare le normative internazionali sul controllo dei missili. Questa versione è stata venduta all’Armenia (25 unità nel 2016) e all’Algeria (48 sistemi nel 2017), mentre paesi come Iran, Siria ed Emirati Arabi hanno mostrato interesse. Esiste anche una terza variante, l’Iskander-K, che utilizza missili da crociera invece che balistici. A differenza dei missili balistici, che seguono una traiettoria ad arco, i missili da crociera volano come piccoli aerei senza pilota, a bassa quota, seguendo il terreno, sono più lenti ma possono seguire percorsi più complessi. Ciò che distingue gli Iskander in dotazione dell’esercito russo è la loro capacità di manovra in volo, una caratteristica rara che li rende molto più difficili da intercettare. Grazie a sistemi di guida che usano sia satelliti che sensori ottici, possono colpire con esattezza ponti, centrali elettriche, comandi militari e persino veicoli in movimento. Alla precisione si aggiungono ulteriori elementi che ne aumentano la pericolosità: la possibilità di cambiare traiettoria in volo, la quota relativamente bassa di crociera e il rilascio di falsi bersagli progettati per confondere i radar delle difese aeree. Per queste ragioni, anche i sistemi avanzati forniti a Kyiv dai paesi occidentali – come i Patriot e i Nasams – mostrano limiti significativi contro missili balistici manovrabili.

Missili Iskander, storia e impiego nei conflitti

I missili balistici sono stati usati in guerra fin dagli anni Quaranta, ma la loro precisione era molto limitata. Negli anni della guerra fredda, Usa e Urss svilupparono missili sempre più avanzati. L’Iskander rappresenta la generazione più recente di questi sistemi, combinando la potenza distruttiva dei vecchi missili con una precisione prima impensabile. La Russia li ha sviluppati anche per aggirare i limiti imposti dal Trattato sullefForze nucleari intermedie (Inf), da cui sia Mosca che Washington si sono poi ritirati nel 2019. La Russia ha usato gli Iskander per la prima volta nel conflitto con la Georgia nel 2008, quando colpì obiettivi importanti nella capitale Tbilisi e nel porto di Poti. Questo primo utilizzo mostrò l’efficacia di questi missili nel distruggere rapidamente strutture strategiche. Negli anni successivi, Mosca ha anche usato gli Iskander come strumento di pressione politica, posizionandoli a Kaliningrad, l’enclave russa tra Polonia e Lituania, da cui possono raggiungere molte capitali europee. Nel 2017, il Ministero della Difesa russo ha confermato il loro impiego anche durante le operazioni militari in Siria.

Fonte : Wired