Se la BEV è puro silenzio e potenza, la PHEV gioca la carta della versatilità: un 2.0 turbo da 152 kW abbinato a tre motori elettrici (200 kW davanti, 220 kW ciascuno dietro) per una potenza combinata di 870 cavalli. L’autonomia in elettrico supera i 200 km (CLTC), mentre quella complessiva arriva fino a 1.101 km. La batteria è una Blade LFP da 38,5 kWh, ricaricabile fino a 82 kW. Lo 0-100 km/h? In 3,6 secondi. Tradotto: prestazioni da sportiva con l’autonomia di una granturismo.
Piattaforma e³: tecnologia al servizio della dinamica
È la vera protagonista silenziosa di questa vettura: la piattaforma e³. Sviluppata da BYD, integra tre livelli di innovazione: propulsione avanzata, controllo dinamico e una sorta di cervello centrale neurale, il Vehicle Motion Control (VMC). Questo sistema coordina in tempo reale sterzo, frenata e assetto con una precisione da laboratorio – 10 millisecondi di latenza – garantendo non solo performance, ma soprattutto sicurezza.
Durante i test sul circuito di Varano, i piloti hanno simulato due delle condizioni più estreme: la foratura di un pneumatico posteriore a 189 km/h e la à. La prima è già leggenda: la Z9GT, grazie al lavoro sinergico del sistema VMC, della sterzatura posteriore e del torque vectoring, ha mantenuto una traiettoria stabile e controllata, senza sbandate. Ma è stata la manovra chiamata Compass U-Turn a catturare l’attenzione collettiva: l’auto è riuscita letteralmente a ruotare sul posto, simulando un’inversione di marcia completa nello spazio di un parcheggio.
Fonte : Wired