Chi non paga le tasse in Italia

Oltre mille miliardi di euro. Per la precisione 1.279,8. Un numero enorme, che rappresenta il totale di tasse, contributi, bollette e multe non riscosse dal fisco italiano o da altri enti negli ultimi 25 anni. Nonostante la lotta all’evasione, le cifre dei vari tributi non saldati rimangono impietosi. Ma chi è che non paga?

Chi non paga le tasse in Italia

Secondo un report realizzato dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre, su 1.279,8 miliardi di euro, ben 822,7 miliardi, una porzione pari al 64,3%, si riferiscono a persone giuridiche, e quindi alle Spa, alle Srl, ai consorzi, alle cooperative e altre tipologie di società. Altri 300 miliardi (il 23,5%) sono ascrivibili alle persone fisiche, vale a dire i lavoratori dipendenti, i pensionati e altri percettori di reddito. Infine, i rimanenti 156,7 miliardi, pari al 12,2% del totale, sono riconducibili alle persone fisiche con attività economica, categoria comunemente composta da artigiani, commercianti, esercenti e liberi professionisti.

Il dato della Cgia, estrapolato da un’indagine dell’Agenzia delle entrate/Riscossione, mette in evidenza come a evadere il fisco siano soprattutto i grandi contribuenti e non i piccoli. “L’infedeltà fiscale – spiegano gli esperti – si annida soprattutto nelle società di capitali e solo in piccola parte nelle micro imprese e tra i lavoratori autonomi che, addirittura, annoverano un carico residuo non riscosso in questi ultimi 25 anni pari a poco più della metà del dato riferito alle persone fisiche. Ovvero all’ammontare complessivo dei debiti fiscali in capo ai lavoratori dipendenti e ai pensionati che, ricordiamo, sono tassati alla fonte e, pertanto, non dovrebbero, almeno in linea puramente teorica, evadere alcunché”. Cosa che, invece, nella realtà di tutti i giorni non accade.Inoltre, dei 22,26 milioni di contribuenti con carichi residui affidati tra il 2000 e il 31 gennaio 2025, solo 2,86 milioni (il  12,8%) sono persone fisiche con attività economica (ditte individuali, società di persone, lavoratori autonomi, etc.). Altri 3,47 milioni (il 15,6%), sono persone giuridiche (società di capitali) e ben 15,93 milioni (il 71,6% del totale) fanno riferimento alla categoria delle persone fisiche (lavoratori dipendenti e pensionati).

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Soltanto 13 evasori su 100 sono lavoratori autonomi

Sempre secondo lo studio della Cgia, soltanto 13 evasori su 100 sono autonomi, insomma, tutt’altro che un popolo dedito all’evasione: negli ultimi 25 anni ammontano 156,7 miliardi di euro i tributi non pagati da partite Iva, pari al 12,2% del debito totale. “I risultati ottenuti negli ultimi anni dalla lotta contro l’evasione fiscale indicano l’opportunità di continuare a seguire il percorso intrapreso, intensificando gli sforzi verso la semplificazione del sistema tributario e il conseguente miglioramento della relazione tra fisco e contribuente. È fondamentale – si legge nel report – sfruttare in modo sempre più efficiente i dati detenuti dall’Amministrazione fiscale, al fine di ottimizzare i controlli su fenomeni che, secondo le valutazioni dell’Agenzia delle Entrate, presentano elevati livelli di rischio”. Gli esperti fanno riferimento alle frodi Iva, all’uso improprio di crediti inesistenti e/o aiuti economici non dovuti o all’occultamento di patrimoni fuori dai confini nazionali, tutte modalità di evasione utilizzati dai grandi contribuenti.

La mappa regione per regione

A livello territoriale il debito fiscale pro capite più elevato maturato in questi ultimi 25 anni è in capo ai residenti del Lazio con 39.673 euro. Seguono i campani con 27.264 euro e i lombardi con 25.904 euro. Le situazioni più virtuose, invece, le scorgiamo nelle regioni a statuto speciale del Nord.

Se in Valle d’Aosta il debito pro capite ancora da riscuotere è di 12.533 euro, in Friuli Venezia Giulia è di 11.125 euro e in Trentino Alto Adige di soli 6.964 euro. Invece, analizzando i mancati pagamenti di tasse e contributi in valore assoluto, la situazione più critica è in Lombardia con 259,3 miliardi di euro di debiti. Seguono il Lazio con 226,7 miliardi, la Campania con 152,5 miliardi e l’Emilia Romagna con 87,9 miliardi. Un dato che, soprattutto per Lazio e Lombardia, è influenzato dalla massiccia presenza sul territorio di multinazionali e grandi gruppi industriali.

Fonte : Today