“Nelle ultime 24 ore a Sumy, in Ucraina, 31 morti. Due erano bambini. Nelle ultime 24 ore a Gaza, almeno 58 morti. Anche qui, tra le vittime, donne e bambini. Civili. Corpi straziati sotto le macerie. In Ucraina, i morti civili dall’inizio della guerra del 2022 secondo l’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, sono circa 13.000 civili, inclusi 682 bambini, e circa 30.700 feriti. Tuttavia, si ritiene che il numero reale possa essere significativamente più alto, soprattutto nelle aree occupate dalla Russia, dove l’accesso alle informazioni è limitato. A Gaza, dal 7 ottobre 2023, il numero delle vittime palestinesi è stato oggetto di diverse stime, secondo uno studio pubblicato su The Lancet, fino al 30 giugno, si conterebbero tra i 55.298 e 78.525 morti, suggerendo che il bilancio reale potrebbe essere significativamente superiore rispetto ai dati ufficiali. Tra questi, secondo le Nazioni Unite, 13.000 sarebbero bambini”. Così la deputata M5S Vittoria Baldino su Fb. “I morti non hanno una classifica di importanza, né i carnefici hanno una classifica di crudeltà. I morti sono morti e i carnefici sono carnefici, anche se sono nostri amici. Sotto le bombe, spesso prodotte anche con i nostri soldi, non ci sono né terroristi né patrioti. Ci sono persone. Innocenti. Ogni giorno a Gaza civili e bambini innocenti vengono uccisi senza pietà, ma non leggo tutta questa schiera di comunicati stampa di condanna e indignazione. E sapete perché? Perché i morti di Gaza non sono funzionali alla narrazione dei buoni e dei cattivi, degli aggressori e gli aggrediti, della guerra per la pace, delle armi per la nostra sicurezza. Eppure, se le bombe russe sono russe, tra le bombe israeliane ci sono anche quelle prodotte in Italia che, nonostante il chirurgico sterminio di palestinesi in atto, continuiamo a fornire al criminale di Netanyahu. Quello che il nostro governo continua a proteggere mentre twitta indignazione per i morti di Sumy. Una cecità morale inaccettabile, che ci rende complici. Perché non si può piangere un bambino sotto le bombe a Sumy e restare in silenzio davanti ai bambini sepolti sotto le macerie a Gaza. Non si può parlare di diritti umani a giorni alterni, a seconda della bandiera che sventola sopra l’orrore. L’umanità non si misura in base alla convenienza politica. O vale per tutti, o non vale per nessuno. E oggi, più che mai, il silenzio non è neutralità. È scelta. È schierarsi. È partecipare. Ed è vergognosamente, scandalosamente, complicità”.
Fonte : Sky Tg24