Trump avverte: “Nessuno si salva dai dazi americani”. Cina chiede di cancellare tariffe

“Nessun paese si salva” dai dazi americani per gli “ingiusti squilibri commerciali e le barriere non tariffarie che sono stati usati contro di noi, soprattutto dalla Cina”: le parole di Donald Trump arrivano dopo che il ministero del Commercio cinese ha chiesto agli Usa di “cancellare completamente” i dazi reciproci dopo che Washington ha annunciato un’esenzione per smartphone, laptop e altri dispositivi elettronici di consumo. “Esortiamo gli Stati Uniti a fare un grande passo avanti per correggere i propri errori, cancellare completamente la pratica errata dei dazi reciproci e tornare sulla giusta strada del rispetto reciproco”, ha dichiarato un portavoce del ministero. In riferimento all’esenzione, Pechino parla di “piccolo passo” da parte della Casa Bianca e afferma di stare “valutando l’impatto” della decisione. Intanto il segretario al commercio statunitense Howard Lutnick ha fatto sapere che i dazi sui semiconduttori arriveranno “in un mese o due”. 

Trump: ”Valutiamo dazi sui chip per la sicurezza nazionale”

“Nessuna eccezione è stata annunciata venerdì. Stiamo valutando i chip e tutta la catena di approvvigionamento dell’elettronica. I chip saranno valutati nell’ambito delle indagini sui dazi per la sicurezza nazionale”. Lo ha detto Donald Trump, secondo quanto riporta l’agenzia Bloomberg, sottolineando che sui dispositivi elettronici ci sono i dazi del 20% legati al fentanyl. Il riferimento del presidente è ai possibili dazi sui semiconduttori e alle esenzioni dai dazi reciproci per gli smartphone e i pc, che saranno valutati nell’indagine sui chip e potrebbero essere sottoposti a tariffe settoriali, così come l’acciaio e le auto. “Dobbiamo produrre negli Stati Uniti e non saremo tenuti in ostaggio da altri paesi, soprattutto da paesi come la Cina che fanno tutto quello che è in loro potere per mancare di rispetto agli americani. Non possiamo continuare a essere abusati sul commercio”, ha detto ancora Trump.

Usa: dazi sui semiconduttori arriveranno in un mese o due

Intanto il segretario al commercio statunitense Howard Lutnick ha fatto sapere che i dazi sui semiconduttori arriveranno “in un mese o due”. In un’intervista all’Abc Lutnick ha detto che “non possiamo fare affidamento sulla Cina per le cose fondamentali di cui abbiamo bisogno: i nostri medicinali e i nostri semiconduttori devono essere prodotti in America”. Falco delle tariffe, il segretario al commercio americano è di recente sceso nella scala delle preferenze di Donald Trump che, secondo indiscrezioni, ha affidato il dossier dazi al segretario al Tesoro Scott Bessent. Il presidente in passato ha più volte evocato la possibilità di dazi sul settore dei semiconduttori e su quello della farmaceutica.

“Esenzione per smartphone e pc è solo temporanea”

L’esenzione dei dispositivi elettronici, quali smartphone e pc, dai dazi reciproci è temporanea perché saranno probabilmente soggetti a “dazi sui semiconduttori” che entreranno in vigore “fra un mese o due”. Lo ha precisato il segretario al commercio americano Howard Lutnick in un’intervista a Abc. I dispositivi elettronici – ha spiegato – saranno esaminati nell’ambito di un’indagine del governo sui semiconduttori, che potrebbe tradursi in nuove tariffe. “Quello che stiamo dicendo è che sono esentati dai dazi reciproci ma possono essere inclusi in quelli per i semiconduttori, che arriveranno in un mese o due”, ha aggiunto.

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Giorgetti: “Negoziati non semplici, serve un compromesso”

Anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è tornato a parlare delle tariffe. “Le cose sono complesse: ci sarà il viaggio della presidente Meloni, io sarò negli Stati Uniti la settimana successiva e incontrerò il segretario del Tesoro. È chiaro che il negoziato non è semplice perché gli interessi, in qualche modo, ognuno cerca di farli a casa propria”, ha affermato Giorgetti in videocollegamento con la scuola politica della Lega. “Dobbiamo trovare una sintesi, un compromesso corretto, lo ribadisco, per trovare elementi di forza nel mondo del G7, cioè dei Paesi che condividono i principi di libertà e democrazia”, ha sottolineato.

Giorgetti: “Da Trump scossone agli equilibri mondiali”

“È un momento di grande cambiamento in cui quello che veniva dato per scontato, dalle regole di comportamento alla globalizzazione, il commercio libero, sono messi pesantemente in discussione. Quindi, credo che sicuramente questo scossone che parte dall’amministrazione Trump, in parte dalla politica, ridisegnerà anche i confini ed equilibri mondiali non soltanto politici ma anche economici”, ha detto Giorgetti. “Oggi si discute di dazi e di tariffe, diciamo un ritorno del mercantilismo. Ma occorre dire con tranquillità che il Wto è già morto da qualche anno”. Quindi, il ministro ha ribadito la necessità di una riscrittura degli equilibri: “Questo momento chiamiamolo così, come le doglie di un parto, è il parto di un nuovo sistema in cui alcune regole dovranno essere riscritte, un nuovo ordine mondiale dovrà essere definito e tutto il mondo uscito da Bretton-Woods e dalla seconda guerra mondiale va risistemato”.

Giorgetti: “Cina potenza economica e militare”

Dal punto di vista geopolitico e rispetto alla Cina, “gli Usa non possono accettare di essere insidiati da una potenza che ormai non è più soltanto economica, ma che diventa una potenza, tra vigolette, militare, con strumenti affatto nuovi”, ha detto Giorgetti. “La competizione è su tante cose, ad esempio sull’Intelligenza artificiale. I cinesi sono più forti o meno forti? E questa corsa come condizionerà gli equilibri? Quindi, è in gioco questo tipo di partita e i dazi sono uno strumento che – in modo diciamo anche disinvolto e vedremo quanto efficace – l’amministrazione americana sta usando per cercare di riequilibrare quello che altrimenti diventerà uno squilibrio strutturale, definitivo e anche politicamente devastante”, ha spiegato. “Il fatto che la sovracapacità cinese, in termini di beni, possa alla fine far risentire qualsiasi capacità industriale e tecnologica dell’Occidente è qualcosa che gli Stati uniti cercano di prevenire o evitare, prima che sia troppo tardi. Io do anche questo tipo di lettura”, ha concluso Giorgetti.

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Fonte : Sky Tg24