AGI – Una ragazza di 21 anni è stata salvata all’ospedale Molinette di Torino grazie a un trapianto di fegato eseguito con una tecnica totalmente extra-anatomica mai utilizzata prima. Il nuovo fegato è stato collegato al corpo in modo completamente diverso dal solito: i tre “canali” principali a cui normalmente viene unito il fegato (vena porta, arteria epatica e via biliare) non erano più utilizzabili.
Storia clinica della paziente
La ragazza era nata con una grave malformazione denominata atresia delle vie biliari. A meno di sei mesi era già stata operata per un primo trapianto di fegato, avvenuto sempre alle Molinette di Torino. Dopo un buon inizio, si era però verificata una complicazione: un blocco della vena porta. Un tentativo di correggere il problema chirurgicamente all’età di un anno non aveva avuto successo, ma fortunatamente il nuovo fegato aveva continuato a funzionare abbastanza bene da permetterle di crescere.
Complicazioni durante l’adolescenza
Purtroppo, durante l’adolescenza, la ragazza ha cominciato ad avere infezioni biliari ricorrenti al fegato trapiantato, che nel tempo hanno portato a una forma di cirrosi, cioè a un grave deterioramento dell’organo. Vista la doppia problematica, sia alla vena porta che alle vie biliari, era stata inserita in lista d’attesa per un secondo trapianto, all’interno del programma nazionale pediatrico gestito dal Centro Nazionale Trapianti (Cnt) di Roma.
Urgenza e intervento
Negli ultimi mesi però le sue condizioni sono peggiorate rapidamente. L’ittero e una grave debolezza generale hanno spinto gli epatologi della Terapia Intensiva Epatologica a segnalare l’urgenza della situazione. Il Cnt ha proposto un fegato compatibile, donato da un ragazzo deceduto per trauma in un’altra regione. L’operazione, durata circa 14 ore, è stata condotta da Renato Romagnoli con la sua équipe, insieme agli anestesisti dell’Anestesia e Rianimazione 2 e ai cardiochirurghi e tecnici perfusionisti della Cardiochirurgia.
Tecnica innovativa
Una volta rimosso il fegato malato, i medici non hanno trovato nessuno dei soliti punti dove attaccare il nuovo organo. Per far arrivare sangue al fegato hanno collegato direttamente l’aorta addominale della paziente all’arteria del nuovo organo. Per sostituire la funzione della vena porta è stata usata una tecnica chiamata “trasposizione cavo-portale”: la vena cava inferiore è stata tagliata e unita alla vena porta del fegato donato. Questa scelta è stata possibile grazie alla presenza di vie alternative che si erano formate nel tempo nel corpo della ragazza. Il nuovo fegato ha iniziato a funzionare subito dopo il collegamento dei vasi sanguigni. Per completare l’intervento, la via biliare del fegato è stata collegata direttamente a un tratto dell’intestino della paziente.
Recupero post-operatorio
In una fase delicata, è stato necessario usare per circa 80 minuti una macchina extra-corporea che sostituisse temporaneamente la circolazione del sangue. Dopo cinque giorni in terapia intensiva in Rianimazione, la ragazza ora sta bene ed è in fase di recupero.
Fonte : Agi