Per ingraziarsi il Partito, Zuckerberg avrebbe anche accettato di oscurare l’account di Guo Wengui, un influente dissidente cinese residente negli Stati Uniti, a seguito delle pressioni di un alto funzionario cinese.
Perché Zuckerberg è ossessionato dal mercato cinese
L’ad di Meta è sempre stato ossessionato dall’idea di entrare in Cina, attratto dall’enorme potenziale di un mercato che attualmente conta oltre 1,1 miliardi di utenti con accesso a internet, più del 78 per cento della popolazione, secondo un recente rapporto del China internet network information center. Un bacino di utenti che rappresenta un’opportunità economica senza precedenti per il colosso statunitense, escluso dal mondo digitale cinese dal 2009. In quell’anno, infatti, Facebook fu bandito dal paese in seguito alle sommosse popolari nella regione dello Xinjiang organizzate dalla minoranza uigura e che, secondo il governo cinese, furono coordinate proprio attraverso Facebook.
Dopo l’espulsione dal web cinese, Zuckerberg ha cercato di riallacciare i rapporti con la Cina e avvicinarsi al presidente Xi Jinping, anche attraverso gesti simbolici come la maratona a Pechino e lo studio del mandarino. Tra le sue iniziative, va ricordato l’incontro nel quartier generale dell’azienda con Lu Wei, ex capo della sicurezza di internet e vice-direttore del Dipartimento di propaganda del Partito comunista cinese. Fotografato alla scrivania di Zuckerberg con ben in vista il volume The Governance of China, l’opera che raccoglie discorsi e pensieri di Xi, Lu rappresentava il ponte tra il colosso digitale e Pechino. Tuttavia, la sua rimozione dai vertici del Partito nel 2015 per corruzione segnò la fine dello sviluppo del Project Aldrin di Facebook.
Pechino ha ideato le alternative cinesi ai social network occidentali
I tentativi dell’ad di Meta, come sappiamo, non sono andati a buon fine. Come chiunque abbia trascorso del tempo in Cina sa, piattaforme come Facebook, Instagram, X (ex Twitter), Google, YouTube e LinkedIn sono bloccate nel paese. Per aggirare le restrizioni, molti utenti ricorrono alle Vpn (Virtual private network), ora sempre più nel mirino del governo cinese.
Pechino, tuttavia, non si limita a chiudere le porte ai servizi stranieri. Ha creato anche un ecosistema digitale parallelo, dominato da piattaforme locali come WeChat, Weibo, Baidu e Douyin (la versione cinese di TikTok). Questi servizi, pur offrendo funzionalità avanzate, sono sottoposti a un ferreo sistema di monitoraggio e censura, in modo da allineare ogni contenuto alla narrativa ufficiale del Partito e proteggere la stabilità sociale del paese.
La nuova retorica di Meta contro la Cina
L’interesse di Meta per la Cina è tramontato nel 2019, quando l’amministrazione Trump ha intensificato lo scontro commerciale con Pechino. Zuckerberg e il suo team hanno così iniziato a dipingere il gigante asiatico come una minaccia per un internet libero. Nel 2019, durante un discorso alla Georgetown University, Zuckerberg ha accusato la Cina di “esportare la sua visione di internet”. Un anno dopo, Nick Clegg, vicepresidente degli affari globali di Meta, ha criticato i governi che seguono il modello cinese, definendolo un internet “isolato dal resto del mondo”. Il tono anti-Cina di Meta si è ulteriormente intensificato dopo il lancio di DeepSeek, l’azienda cinese che ha sviluppato un assistente di intelligenza artificiale a costi molto più bassi rispetto a Meta e OpenAI, scalando rapidamente le classifiche degli app store.
I tentativi di Meta di silenziare la whistleblower
Interpellata dal Washington Post e dalla Bbc, Meta ha negato le rivelazioni della whistleblower. Andy Stone, portavoce del colosso digitale, ha replicato su X (ex Twitter), sottolineando che Wynn-Williams non lavora più in Meta dal 2017, anno in cui è stata licenziata per “scarso rendimento e comportamento nocivo“. Inoltre, Stone ha definito il libro Careless People un’opera contenente “false accuse“.
L’ex dipendente di Facebook, che ha lavorato come Director of Public Policy dal 2011 al 2017, ha pubblicato il libro l’11 marzo in cui racconta la sua esperienza in azienda. Nel testo, descrive una crescente attenzione di Mark Zuckerberg alla visibilità e all’adulazione personale. Il libro, che promette di rivelare dettagli sulle dinamiche interne e le scelte controverse di Meta, sta suscitando preoccupazioni all’interno dell’azienda, che sta tentando di bloccarne la vendita.
Fonte : Wired