“Si potrebbe quasi fare quello che accadde a Berlino dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando c’erano una zona russa, una francese, una britannica e una statunitense”. Hanno alzato un polverone le parole dell’inviato della Casa Bianca per l’Ucraina, Keith Kellogg, che in un’intervista al Times ha parlato di una spartizione dell’Ucraina come possibile assetto post-bellico. Dopo un periodo di silenzio, nelle scorse ore l’inviato di Donald Trump ha incontrato per la terza volta il presidente russo.
Parlando del futuro di Kiev dopo il cessate il fuoco (che non pare al momento vicino), Kellogg, magari senza volerlo, ha evocato lo scenario di una Germania nazista come situazione analoga a quella ucraina. Un parallelismo che potrebbe piacere a Vladimir Putin vista la narrazione con la quale ha fin dall’inizio cercato di giustificare l’invasione.
Times US exclusive 🇺🇸
Trump’s envoy to Ukraine has said the country could be partitioned “almost like Berlin after World War Two” as part of a peace deal. https://t.co/dwZhf602cz
— Tom Payne (@TomEPPayne) April 11, 2025
L’ipotesi della spartizione, poi il chiarimento: parole travisate
In particolare, Kellogg ha menzionato una divisione in zone controllate da varie potenze: a ovest del fiume Dnipro da forze franco-britanniche, est dalla Russia. Tra le due, un’area cuscinetto demilitarizzata. “Dai a ognuna delle parti 15 chilometri, una trentina di chilometri in tutto”, ha spiegato Kellogg. In tal modo le forze occidentali “non costituirebbero una provocazione per Mosca”.
In seguito alle polemiche sulle sue dichiarazioni, Kellogg si è affrettato a chiarire: “L’articolo del Times travisa ciò che ho detto. Stavo parlando di una forza di resilienza post-cessate il fuoco a sostegno della sovranità dell’Ucraina. Nelle discussioni sulla spartizione – ha precisato – mi riferivo ad aree o zone di responsabilità di una forza alleata (senza truppe statunitensi). Non mi riferivo a una spartizione dell’Ucraina”.
Fonte : Today