AGI – Graziano Mesina, noto anche come Gratzianeddu, è uno dei banditi più famosi della Sardegna. Nato il 4 aprile 1942, Mesina ha vissuto una vita tra fughe spettacolari, rapimenti e incarcerazioni, diventando una figura leggendaria nel panorama criminale italiano.
Gli inizi e le prime fughe
Mesina iniziò la sua carriera criminale molto giovane, con il primo arresto a soli 14 anni per possesso di un fucile rubato. Negli anni successivi, fu arrestato più volte per vari reati, tra cui tentato omicidio e sparatorie in luoghi pubblici. La sua abilità nel fuggire dalle autorità divenne presto nota: nel 1962, riuscì a evadere da un treno-prigione e, nello stesso anno, da un ospedale carcerario.
Il “re dei rapimenti”
Negli anni ’60 e ’70, Mesina divenne famoso per una serie di rapimenti, guadagnandosi il soprannome di “Re dei Rapimenti”. La sua notorietà raggiunse l’apice nel 1968, quando fu arrestato e descritto dal New York Times come “il bandito più ricercato d’Italia”. Durante questo periodo, Mesina riuscì a evadere più volte dalle prigioni, inclusa una fuga spettacolare dal carcere di Lecce nel 1976.
Il pardon e il ritorno al crimine
Nel 1992, Mesina ottenne la libertà condizionale e si stabilì ad Asti, dove aiutò a negoziare la liberazione di Farouk Kassam, un bambino rapito. Tuttavia, la sua libertà fu breve: nel 1993, la polizia trovò armi in suo possesso e la sua libertà condizionale fu revocata. Nel 2004, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli concesse il pardon, credendo che Mesina avrebbe cambiato vita. Mesina tornò in Sardegna e aprì una società di turismo, ma nel 2013 fu arrestato per traffico di droga.
Gli ultimi anni e la malattia
Nel 2016, Mesina fu condannato a 30 anni di carcere per traffico di droga, e il suo pardon fu revocato. Dopo vari ricorsi, fu nuovamente condannato nel 2020. Nel 2025, Mesina, ormai 83enne e affetto da un tumore terminale, è stato scarcerato e trasferito in un ospedale di Milano.
Fonte : Agi