Doctor Who 2, un ottimo twist su un grande classico

Parafrasando le immortali parole di Sheldon Lee Cooper: ogni sabato mattina ci svegliamo, ci prepariamo la colazione, accendiamo Disney+ e guardiamo Doctor Who. Un programmino niente male da qui alle fine di maggio 2025. A differenza dell’inquilino dell’appartamento 4A al 2311 di North Los Robles Avenue a Pasadena, California, noi possiamo fare con calma visto che le puntate arrivano alle 9.

Detto in altro modo: dal 12 aprile 2025 debutta sulla piattaforma di streaming la seconda stagione della nuova vita del Signore del Tempo, continuazione della serie di fantascienza più longeva della storia.

Si inizia con la prima puntata: The robot revolution. Nei panni del Dottore – Quindici per gli amici – c’è ancora Ncuti Gatwa. Varada Sethu dà vita a Belinda Chandra. Il resto del cast è meglio non svelarlo per evitare grandi spoiler e novità assolute anche per una serie che va avanti dal 1963 (capirete a fine puntata).

Doctor Who 2, la trama della prima puntata

Per non cadere in troppi spoiler e rovinare così il piacere degli snodi fondamentali della prima puntata, andiamoci piano e limitiamoci all’essenziale. The robot revolution ci introduce Belinda Chandra, infermiera (ci siete già arrivati?). Una sera come tante, dopo un lunghissimo turno di lavoro, torna nella casa che divide con altri coinquilini, tenta di mangiare e poi, all’improvviso, viene rapita dai robot che la portano sul pianeta di cui è regina. Il Dottore interviene per salvarla e riportarla sulla terra. Ma qualcosa, a un certo, va storto. E la stagione prende il volo.

(Attenzione: da qui in poi spoiler)

Doctor Who 2, un ottimo twist su un grande classico

L’incipit della seconda stagione della nuova vita di Doctor Who – The robot revolution – è un omaggio alla fantascienza classica. Pianeta lontano, robot, resistenza umana, minaccia dell’Intelligenza artificiale. In un guscio di noce – direbbero gli americani – il brodo primordiale che ha dato alla luce il Dottore. Un grande classico per tutte le stagioni? L’avvento di Disney – dei fondi di Disney, per meglio dire – alza il valore produttivo, ma la misura è quella classica. Quella misura che è l’anima del Dottore. Qualche esempio: i robot sono in cgi, ma le armi sono giocattolo e gli stessi automi sembrano disegnati da un bambino (occhio alla faccia-schermo led con le indicazioni). Stessa cosa per il pianeta “Miss Belinda Chandra”: cgi, ma sembra uscito da un’illustrazione del 1963. E poi due chicche: il nascondiglio dei ribelli e soprattutto la vera versione di quella che tutti chiamano “A.I. Generator”.

A tutto questo va aggiunto un sartoriale Ncuti Gatwa che dà al nostro Dottore di fiducia uno straripante tono fisico, espressivo ed emotivo. Un Dottore che salta, corre, fa le piroette, sorride, piange, si prende la scena e buca lo schermo.

Un gancio perfetto tra passato e futuro, si potrebbe dire. E anche un modo per ripartire e rilanciare. Vero, ma non è tutto qui. Questo Doctor Who legge il perfettamente il presente e corregge gli errori del passato: “Io non sono una delle tue avventure”, dice Belinda Chandra a Quindici. Chiaro il concetto? Non è una “compagna”, non è “spalla”. È una coprotagonista.

The robot revolution è una puntata dedicata a questo: l’ex misogino, sessista e opprimente. Il mansplaining. Il disinnescare subito e con intelligenza la battuta dottore-infermiera e il trasformarla nel motore immobile del rapporto tra Belinda e Quindici: “Una grande squadra”. Il fondamentale punto sul consenso, tanto importante da meritare una reprimenda al Dottore in persona. Si cresce, si migliora. Umano, alieno, Signore del Tempo poco importa.

A questo aggiungo la ‘sotto trama’ di chi è il vero eroe della rivoluzione degli umani contro i robot. Un particolare un gradino più su che riscrive parte della fantascienza.

Vero, è una prima puntata di otto – dura comunque quasi 50 minuti – e non bisogna generalizzare. Ma la partenza, risottolineo, è buona. Certo, la trama non è un capolavoro quanto a colpi di scena e di teatro, i dialoghi sono piuttosto semplici e fotografia e regia basilari. Ma è Doctor Who. È per tutti, da sempre e (speriamo) per sempre. Sia che tu abbia 4 anni, sia che tu sia Sheldon Cooper. È magia, in ogni caso e in qualsiasi linea temporale.

Voto: 7

Fonte : Today