Ucraina Russia, incontro di 4 ore tra Putin e Witkoff. Presto una telefonata con Trump

L’Unione europea sta valutando una serie di piani per superare il veto che l’Ungheria di Viktor Orban potrebbe opporre al rinnovo delle sanzioni europee nei confronti della Russia, quando andranno in scadenza a luglio. La prima opzione riguarda un regime di sanzioni che da europeo diventerebbe applicato in maniera coordinata dai singoli Stati membri. “Ovviamente preferiremmo delle sanzioni a livello europeo, perché’ mandano un segnale più forte. Ma le sanzioni europee devono essere approvate all’unanimità”, sostiene una fonte diplomatica, che si dice “pronta a considerare” l’opzione di passare a sanzioni nazionali. L’altra idea e’ quella di rinnovare le sanzioni europee a maggioranza qualificata, invece che attraverso un voto all’unanimità. La chiave, in questo caso, secondo un’altra fonte diplomatica, è la necessità dell’unanimità per “mettere in atto” le sanzioni, mentre “da un po’ di tempo ci sono una serie di riflessioni su eventuali veicoli giuridici” per verificare la possibilità di rinnovare sanzioni già esistenti a maggioranza qualificata. Su questa seconda opzione, in ogni caso, “non c’è ancora nulla di consolidato sul tavolo”, afferma la fonte. L’Unione europea sta valutando una serie di piani per superare il veto che l’Ungheria di Viktor Orban potrebbe opporre al rinnovo delle sanzioni europee nei confronti della Russia, quando andranno in scadenza a luglio. La prima opzione riguarda un regime di sanzioni che da europeo diventerebbe applicato in maniera coordinata dai singoli Stati membri. “Ovviamente preferiremmo delle sanzioni a livello europeo, perché’ mandano un segnale più forte. Ma le sanzioni europee devono essere approvate all’unanimità”, sostiene una fonte diplomatica, che si dice “pronta a considerare” l’opzione di passare a sanzioni nazionali. L’altra idea e’ quella di rinnovare le sanzioni europee a maggioranza qualificata, invece che attraverso un voto all’unanimità. La chiave, in questo caso, secondo un’altra fonte diplomatica, è la necessità dell’unanimità per “mettere in atto” le sanzioni, mentre “da un po’ di tempo ci sono una serie di riflessioni su eventuali veicoli giuridici” per verificare la possibilità di rinnovare sanzioni già esistenti a maggioranza qualificata. Su questa seconda opzione, in ogni caso, “non c’è ancora nulla di consolidato sul tavolo”, afferma la fonte –

Sempre secondo il New York Times, la nuova versione della bozza dell’accordo per lo sfruttamento dei minerali non menziona le garanzie di sicurezza tanto richieste da Kiev. Come nelle proposte precedenti, l’Ucraina dovrebbe versare metà dei ricavi derivanti da progetti sulle risorse naturali – inclusi minerali essenziali, petrolio e gas, nonché’ infrastrutture correlate come porti e oleodotti – a un fondo di investimento controllato dagli Stati Uniti. I profitti del fondo verrebbero reinvestiti in progetti ucraini sulle risorse naturali, sebbene la quota esatta di tali profitti rimanga poco chiara. Washington, inoltre, pretende tutti i profitti del fondo finche’ Kiev non restituisce almeno l’equivalente degli aiuti ricevuti dagli Stati Uniti durante la guerra, piu’ un interesse annuo del 4%. Nel primo anno dell’accordo, all’Ucraina sarebbe vietato offrire progetti di investimento a terzi con condizioni finanziarie o economiche migliori di quelle offerte agli Stati Uniti. La nuova bozza non fa riferimento alle garanzie di sicurezza, che invece Kiev era riuscita a includere in una proposta di accordo il mese scorso, a cui Washington ha però opposto resistenza

Fonte : Sky Tg24