Tre nuove proposte di legge su intelligenza artificiale, tutela dei minori e lotta ai profili falsi sui social

La legge bipartisan che fissa a 15 anni l’età minima per stare sui social

Un altro tema molto dibattuto è contenuto nella proposta di legge presentata dalla deputata Marianna Madia, un testo che si propone di tutelare i bambini e degli adolescenti che utilizzano gli strumenti digitali. È un’iniziativa bipartisan, sottoscritta da tutti i parlamentari e depositata in copia al Senato per iniziativa della senatrice di Fdi Lavinia Menunni. “Le evidenze scientifiche sull’impatto dei social sui bambini sono chiare e iniziative volte alla loro tutela sono state intreprese in tutto il mondo”, ha spiegato l’ex ministra della Semplificazione e della Pubblica amministrazione.

La legge fissa a 15 anni l’età minima per stare sui social. “Forse una proposta di legge non basta per una piaga della nostra società che sta facendo del male ai ragazzi – ha aggiunto Madia -, ma una legge è necessaria anche per ottenere un effetto segnaletico, come fu per la legge Sirchia sul fumo. Internet ha una grande potenzialità, ma senza regole anche le prime auto erano pericolose. Ci sono effetti gravissimi, dal bullismo a vari tipi di deficit, sedentarietà, obesità. Questa proposta di legge è un pezzetto di un mosaico per una azione congiunta, perché i genitori da soli non ce la fanno e da soli i ragazzi non ce la fanno”.

Piero De Luca: “Basta profili fake sui social network”

Quella di Piero De Luca, invece, è una proposta di legge che prevede misure per il contrasto della diffusione su internet di contenuti illegali, mediante l’acquisizione preventiva dell’identità digitale degli utenti. La legge tocca l’annosa questione dell’anonimato digitale, spesso utilizzato per diffamare o insultare personaggi pubblici e non, ma anche strumento con cui vengono creati migliaia di profili falsi che poi vengono utilizzati per diffondere fake news. “La rete – ha detto De Luca, illustrando il testo – non va demonizzata perché è parte integrante della nostra vita quotidiana, ma dobbiamo legiferare per porre un argine su alcuni rischi legati alla diffusione dei contenuti illegali, di violenza, odio, diffamazione, hate speech, disinformazione. Serve un bilanciamento tra la libertà di espressione e il diritto a tutelare le persone e la libertà. L’anonimato online è un elemento critico: da qui l’obbligo dei gestori di acquisire l’identità digitale, quello alla rimozione dei contenuti illegali, alla promozione nelle scuole dell’educazione digitale e la nascita di un osservatorio nazionale sulla Rete”.

Fonte : Wired