Jeffery Deaver e Isabella Maldonado, intervista agli autori del thriller Fatal Intrusion

Tutto è partito dal villain, Spider. Abbiamo preso i suoi obiettivi oscuri e la sua natura travagliata e li abbiamo messi nella nostra forma di romanzo tipico, il thriller. Cioè una storia crime in cui ci si chiede in continuazione cosa sta per accadere, piuttosto ciò che è già accaduto. Le nostre storie si svolgono in un periodo di tempo breve, con tante rivelazioni e sorprese. Volevamo anche creare due eroi molto diversi tra loro ma che lavorano molto bene insieme, a parte qualche tensione.

Come avete gestito la scrittura a quattro mani?

È stato un progetto puramente 50 e 50. Abbiamo impiegato mesi a definire la struttura generale, poi ci siamo divisi casualmente i capitoli da scrivere. Isabella ha scritto più capitoli su Carmen, Jeff più quelli su Jake, ma non per forza sempre così, ci siamo anche scambiati. Poi quando siamo arrivati alla fase di revisione ed editing, ci siamo fatti l’un l’altro commenti “spietati”, perché avevamo deciso di creare una no-ego zone. Il nostro unico obiettivo era quello di dare ai lettori la migliore esperienza possibile: i lettori sono come gli dèi, dobbiamo ingraziarceli ogni giorno.

Maldonando, lei ha esperienza diretta nelle forze dell’ordine: come si bilanciano il realismo delle indagini e le necessità della fiction?

Maldonado: Ho portato pistola e distintivo per 22 anni prima di andare in pensione da capitana della polizia. Il mio ultimo ruolo era comandante delle indagini speciali e della scientifica. Quindi conosco molto bene regole e procedure, ma devo allontanarmi da esse affinché la storia non si appesantisca. Per esempio un agente che spara a qualcuno mentre è di turno, è sottoposto a indagini amministrative e criminali per capire se l’uso della forza è stato legittimo: in un romanzo però non puoi privarti di un personaggio principali per giorni o settimane, quindi devi rendere plausibile l’eccezione. È un lavoro di equilibrio.

Anche in mezzo ai ritmi serrati da thriller, l’andamento della vostra storia procede in modo da conoscere i personaggi in profondità: è stata una scelta deliberata?

Persino le migliori trame sono inutili senza personaggi avvincenti. I lettori si affezionano molto ai protagonisti e abbiamo lavorato duramente per creare una Carmen Sanchez e un Jake Heron così reali da permettere ai lettori di identificarsi. E per quanto riguarda Spider e gli altri antagonisti (perché ce ne sono parecchi), ricordiamoci sempre che i cattivi sono sempre gli eroi della loro stessa storia, quindi abbiamo dovuto dare forma con cura anche a loro. Poi è catartico scrivere le scene dal loro punto di vista.

Fonte : Wired