Nel lavoro e nello studio, l’IA può diventare terreno fertile: non un sostituto dell’intelligenza umana, ma un acceleratore di crescita, un nutriente invisibile che alimenta competenze, idee e soluzioni.
Come un albero che affonda le radici in un terreno ricco, anche la nostra produttività, creatività e capacità decisionale possono espandersi grazie a questa nuova alleanza tra mente e macchina.
Non è un caso, insomma, se ci sono degli alberi sulla nostra guida che spiega come usare l’intelligenza artificiale nel mondo del lavoro (e nello studio). Questo libro, in uscita il prossimo 16 aprile, sarà il terzo e ultimo di una collana in regalo con la Repubblica che prevede altre due uscite: il 14 aprile (“Capire l’intelligenza artificiale”) e il 15 aprile (“Come creare contenuti con l’IA”).
Intelligenza artificiale: in regalo con Repubblica 3 libri per capirla, creare contenuti e lavorarci
In un mondo che cambia alla velocità della luce, chi sa coltivare questa tecnologia sarà pronto a far crescere il proprio lavoro come una pianta ben curata: solida, adattabile, capace di affrontare il vento dell’innovazione senza perdere le proprie radici.
Per improvvisarsi giardinieri dell’intelligenza artificiale, non è richiesta una competenza specifica: basta esprimere chiaramente le proprie idee con una descrizione testuale, il cosiddetto prompt.
L’intelligenza artificiale non è una moda e non è una bolla. L’impatto di questa tecnologia è già evidente.
È emblematica la storia di Gamma – una delle IA di cui parliamo nella nostra guida – che 50 milioni di utenti utilizzano per creare presentazioni, documenti e contenuti interattivi invece di affidarsi a strumenti tradizionali come PowerPoint.
Gamma è stata fondata nel 2020 da Grant Lee, James Fox e Jon Noronha, ex dipendenti di Optimizely, con l’obiettivo di ripensare il modo in cui le persone creano e condividono idee. Il successo della startup – celebrato persino dal New York Times – si deve anche all’uso strategico dell’IA che ha permesso di ridurre la necessità di una forza lavoro numerosa.
A differenza delle aziende tradizionali che richiederebbero decine o centinaia di dipendenti per sviluppare e scalare i propri servizi, Gamma ha sfruttato l’IA per automatizzare processi complessi, mantenendo un organico snello: si parla di un team di circa 28 persone che raggiungo decine di milioni di dollari di fatturato.
Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI e “papà” di ChatGpt, ha previsto che un domani – grazie all’IA – sarà sufficiente addirittura una sola persona per costruire e gestire una società unicorno del valore di 1 miliardo di dollari.
Quel futuro è ancora lontano, ma già oggi l’intelligenza artificiale assiste numerosi professionisti nelle loro operazioni quotidiane.
“Chiedo spesso all’IA di pensare insieme a me, non al mio posto” spiega per esempio Chiara Guiotto, Product & business development Director dell’Academy di Talent Garden, che poi aggiunge: “Un prompt che uso spesso è: ‘Ti spiego il mio obiettivo e tu aiutami ad affinarlo con domande, esempi, alternative’”.
Come lei tanti altri affidano i compiti più ripetitivi, ma ormai anche quelli che possono portare a decisioni cruciali, a un’intelligenza artificiale.
“Quando si parla di generazione di testi o immagini, spiego sempre agli studenti quanto sia fondamentale conoscerne i limiti – come le allucinazioni [la tendenza delle IA a generare risposte plausibili ma inesatte, nda] – e, se possibile, trasformarli in risorse creative – ci dice Marco Remondino, PhD, Professore Associato di Management Strategico, Dipartimento di Economia, Università di Genova -. Mai utilizzare un output senza averlo prima letto e verificato con attenzione”.
Queste testimonianze, insieme a molte altre contenute nella guida allegata a Repubblica che esplorerà gli strumenti basati su IA per studio e lavoro, ci insegnano che abbiamo a che fare con una tecnologia potente ma imprevedibile.
Va governata e controllata, anche quando si tratta di mettere in ordine le idee.
Fonte : Repubblica