AGI – Il delitto di epidemia colposa può essere integrato anche con condotta omissiva. Lo ha stabilito la Cassazione, intervenendo sul reato alla base di tante inchieste su presunte responsabilità di sanitari e istituzioni nella gestione del Covid, finite spesso con archiviazioni proprio sul presupposto che questa fattispecie dovesse prevedere necessariamente un’azione.
La pronuncia della Suprema Corte è arrivata nell’ambito di un procedimento per epidemia colposa nei confronti di un dirigente sanitario dell’Ospedale Civico di Alghero il quale, secondo l’ipotesi accusatoria, aveva omesso di adottare misure collettive e individuali di protezione dal rischio da diffusione del Covid-19 e di assicurare agli operatori un’adeguata formazione sui rischi biologici, non impedendo così un focolaio epidemico divampato nella struttura tra marzo e aprile 2020.
Il Tribunale di Sassari aveva assolto l’imputato per insussistenza del fatto, sul presupposto che il reato in questione, in quanto a forma vincolata commissiva, non fosse configurabile in forma omissiva.
Implicazioni e reazioni legali
Immediato il commento dei legali Consuelo Locati, Giovanni Benedetto, Luca Berni, Alessandro Pedone e Piero Pasini, che seguono i familiari delle vittime del Covid e intravvedono la possibilità di riscrivere la storia delle inchieste sulla pandemia.
“Le Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione hanno emanato una decisione che cambia radicalmente lo scenario giuridico del reato di epidemia colposa e che potrebbe far riaprire i procedimenti italiani sulla gestione della pandemia nel 2020. La Cassazione ha ribaltato, di fatto, tutte le pronunce in cui è stata disposta l’archiviazione in base a una interpretazione restrittiva. È chiaro che questa decisione riapre tutti gli scenari processuali e cercheremo di riaprire i processi ed, in ogni caso, questa pronuncia non può non essere parte del procedimento penale avanti il Tribunale di Roma radicato nei confronti degli ex direttori generali della prevenzione presso il Ministero della Salute. Di fatto la decisione di oggi delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione su ricorso originato dal Tribunale di Sassari conferma la ragionevolezza della maxi indagine della Procura di Bergamo che aveva indagato 20 persone tra politici e tecnici e dà atto della validità della battaglia di verità e giustizia portata avanti da 5 anni dai familiari delle vittime e dai loro avvocati”.
Fonte : Agi