AGI – Attualmente il Centro di permanenza per il rimpatrio di Gjader ha 48 posti, che a regime diventeranno 144: si tratta di un ampliamento molto importante della platea di posti disponibili nei Cpr italiani”. Lo ha detto Claudio Galzerano, direttore centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle frontiere, in audizione davanti alla Commissione Affari costituzionali della Camera nell’ambito dell’esame del disegno di legge di conversione del decreto 37/2025 recante ‘Disposizioni urgenti per il contrasto dell’immigrazione irregolare’.
“La disponibilità teorica nei dieci Cpr italiani – ha ricordato Galzerano – è infatti di 1.400 posti, ma quelli effettivi sono la metà, circa 700, perché le strutture sono spesso oggetto di devastazioni e incendi. Poter contare su un 15% di posti in più aumenta le probabilità di rimpatrio”.
“I Centri di permanenza per il rimpatrio non sono lager o prigioni, ma strutture di permanenza amministrativa dove bisogna restare il meno possibile – ha aggiunto – ovvero il tempo necessario ad organizzare il rimpatrio: pochissimi ci restano 18 mesi, il tempo massimo consentito dalla legge, il tempo di permanenza media è di 35 giorni”.
“In media, un trattenuto su due nei Cpr viene rimpatriato – ha reso noto il direttore centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle frontiere – nel 2022 su 6.383 transitati nei Cpr, 3.155 sono stati rimpatriati; nel 2023, su 6.667 transitati nei Cpr sono stati rimpatriati 3.134; l’anno scorso, su 5.870 transitati nei Cpr sono stati rimpatriati 2.526. Ormai – ha concluso Galzerano – il 40% dei rimpatri in totale viene effettuato attraverso il transito nei Cpr”.
Fonte : Agi