Generali, un nuovo centro per la ricerca sull’intelligenza artificiale a Trieste

I partner contribuiranno con finanziamenti, personale, know-how e casi studio. In particolare Google Cloud, come partner strategico, metterà a disposizione del progetto alcune delle proprie risorse più avanzate nel campo dell’intelligenza artificiale fornendo piattaforme e infrastrutture cloud all’avanguardia e naturalmente l’accesso – anche in anteprima – a modelli linguistici di grandi dimensioni (Llm) come Gemini e a soluzioni come AlphaFold, il sistema di intelligenza artificiale sviluppato da DeepMind, in grado di predire la struttura tridimensionale delle proteine e che ha fruttato il premio Nobel a Demis Hassabis. A portare sul mercato le soluzioni sviluppate ci penserà invece la società di consulenza Deloitte.

Entrando nel dettaglio, per quanto se ne sa al momento, l’ecosistema prevede la costituzione di una fondazione che si occuperà principalmente di ricerca di base e in parallelo di una società per azioni denominata appunto Agorai Innovation Hub, che si dedicherà alla ricerca applicata attraverso l’implementazione di casi studio in vari settori, con lo sviluppo di soluzioni innovative che serviranno a loro volta come base per supportare e sviluppare start-up e proporre sul mercato quanto sviluppato.

Agorai Innovation Hub, le tre anime di palazzo Carciotti

Ci sarà anche un lato formativo: Agorai ospiterà infatti una open academy, cioè un centro per l’erogazione di servizi di formazione e divulgazione in favore dei soci e di terzi, basato sulle competenze e sul network degli enti accademici e delle scuole di formazione aziendali, come la Generali Group Academy, che ha naturalmente sede a Trieste. Ma anche di questa proposta, per ora, si sa poco. Palazzo Carciotti – che in parte sarà anche messo a reddito – rispecchierà questa triplice anima: la porzione sul lungomare sarà un centro di ricerca ma anche un luogo di incontro e scambio per ricercatori, imprenditori e studenti. Ci vorrà molto tempo: lo abbiamo visitato in anteprima, e c’è un enorme lavoro da fare in termini di ristrutturazione e restauro, di cui si occuperà Generali Real Estate. Difficile ipotizzare un’inaugurazione prima di un paio d’anni: a dare vita alla visione di Agorai Innovation Hub è stato chiamato l’architetto ingegnere e urbanista Carlo Ratti, direttore dell’Mit Senseable City Lab e curatore della Mostra internazionale di architettura 2025 a Venezia. Fino ad allora l’hub avrà sede a palazzo Berlam, storica sede di Generali e della sua accademia.

Un momento dell’evento di lancio al Generali Convention Center di Trieste (foto: Simone Cosimi)

I quattro ambiti della ricerca

Meglio dunque parlare, almeno per ora, di un ecosistema sul nascere i cui progetti, fino all’inaugurazione della sede principale, si svilupperanno anche presso i partner. Il claim è “Humanize the Future” e secondo le aziende coinvolte riassume l’ambizione di “coltivare un’intelligenza che non sia solo artificiale, ma portatrice di una vera e propria trasformazione culturale”.

Nori (Google Deepmind): “Una realtà perfetta per il trasferimento tecnologico”

Col mio passato nell’Istituto italiano di tecnologia e con questo coinvolgimento di Google abbiamo subito iniziato a pensare come il trasferimento tecnologico debba essere alla base di un’impresa come questa – spiega a Wired Italia Francesco Nori, direttore del laboratorio di robotica di Google Deepmind e che sarà coinvolto nell’hub -. Questo è l’approccio fondamentale. In questo momento dal punto di vista della ricerca ci stiamo muovendo velocemente, e dal lato industriale si sta percependo che i tempi sono maturi per avere le prime applicazioni. Una realtà come questa è quindi perfetta: ci sono player italiani e una rete estesa. Sono legami che porteranno a capire nel dettaglio quali sono le possibilità per intervenire in specifici processi aziendali. Siamo agli inizi ed è difficile prevedere i progetti dell’hub , ma senz’altro ci sono ambiti, come la finanza o il riscaldamento globale, ancora da esplorare. Alla fine i progetti sono sempre, e per natura, sviluppati con i partner: Google è un grosso player ma non vive isolato. Viviamo di collaborazione e Agorai serve proprio a portare le tecnologie all’utente: tutti i progetti vengono dalla collaborazione con altre organizzazioni”.

Le attività dell’ecosistema si articoleranno in tre aree principali: la ricerca di base sviluppata dagli enti scientifici, per esplorare le frontiere dell’IA e delle sue applicazioni; quella applicata, condotta dalle aziende in partnership con Agorai Innovation Hub, per tradurre le scoperte scientifiche in soluzioni concrete e innovative e appunto la open academy: un’iniziativa accademica per la formazione di talenti, il trasferimento di conoscenze, la creazione di startup. Quattro le aree chiave, che potranno naturalmente ampliarsi in futuro: Salute e benessere, Agricoltura rigenerativa e alimentazione, Mobilità e trasporti, Finance and financial markets. Per i contenuti ci sarà naturalmente tempo: per ora Generali e gli altri partner hanno varato una nave promettente e scintillante che deve ancora caricarsi di progetti proiettati al presente e al futuro.

Fonte : Wired