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L’annuncio di ieri sera del presidente francese Emmanuel Macron con il quale ha dichiarato che Parigi a giugno potrebbe riconoscere lo Stato palestinese ha scatenato un’ondata di reazioni, positive e negative. Pur sostenendo la soluzione dei due Stati, finora Parigi aveva sempre subordinato il riconoscimento di un’entità palestinese a un accordo fra le parti. Lo stesso Macron aveva già da tempo detto che un passo simile non era da considerare “un tabù”, ma nell’intervista rilasciata alla trasmissione “C’est a’ vous” su France 5h, dopo il viaggio in Egitto, è andato oltre, annunciando la necessità di “procedere verso il riconoscimento dello Stato palestinese”, e assicurando che “nei prossimi mesi si procederà verso questa direzione”. Ed è probabile – ha spiegato il capo dell’Eliseo – che questo “avvenga in occasione di una conferenza che il prossimo giugno Parigi presiedera’ insieme all’Arabia Saudita a New York.

La Francia sarebbe l’undicesimo Paese europeo a riconoscere lo Stato palestinese dopo Svezia, Bulgaria, Cipro, Ungheria, Polonia, Romania, Repubblica Ceca, Norvegia, Irlanda e Spagna. Da Tel Aviv la risposta è stata durissima. Se il primo ministro Benjamin Netanyahu, che ha sempre rifiutato la soluzione dei due Stati, non ha sinora commentato le parole di Macron, il ministro degli Esteri, Gideon Saar, è intervenuto a gamba tesa. Per il capo della diplomazia israeliana il riconoscimento dello Stato palestinese da parte della Francia sarebbe “una ricompensa per il terrorismo e una spinta per Hamas”. Saar ha aggiunto che “questo tipo di azione non porterà pace, sicurezza e stabilità nella nostra regione”, ma l’esatto opposto, “allontanandoli ulteriormente”. 

Fonte : Sky Tg24