Usare troppo l’intelligenza artificiale scatena l’ansia, ma anche usarla troppo poco

L’ansia è un’emozione da cui non si può prescindere. Fa parte della nostra vita. Nasce come meccanismo di difesa da situazioni potenzialmente pericolose per la vita dell’essere umano, ma può diventare motivo di disagio, che sfocia nella patologia, se supera una certa soglia. Tanto per non farci mancare nulla, uno studio recente mette in luce una complessa, quanto palese, connessione tra il ricorso a strumenti di intelligenza artificiale e l’ansia stessa. Il nome dello studio la dice lunga. It’s Scary to Use It, It’s Scary to Refuse It: The Psychological Dimensions of AI Adoption—Anxiety, Motives, and Dependency. Semplificando. Sia usarla, che rifiutarla, l’IA può scatenare ansia. Ma per quale motivo?

Due tipi di ansia

Secondo la ricerca condotta dalla Scuola di Psicologia dell’Università di Reichman, a Tel Aviv, ci sono due tipologie di ansia che vengono scatenate dall’intelligenza artificiale. Quella anticipatoria, che deriva dalla paura che l’IA possa portare cambiamenti improvvisi e difficili da gestire in ambito lavorativo e sociale. E l’ansia di annichilimento, che riguarda il timore che possa minacciare l’autonomia e l’identità umana, fino a diventare una forza incontrollabile.Dallo studio che i ricercatori hanno condotto su 242 partecipanti di età compresa tra i 18 e i 73 anni, provenienti da paesi di lingua inglese, è emersa una curiosa relazione, che viene definita a forma di U, tra l’ansia e l’uso dell’IA. E cioè. Chi utilizza moderatamente l’IA tende a ridurre il proprio livello di ansia, mentre coloro che la evitano del tutto o ne fanno un uso eccessivo mostrano livelli più elevati di disagio psicologico. I partecipanti hanno compilato questionari per valutare i livelli di ansia, le motivazioni che li spingono a usare l’IA e la possibile dipendenza dalla tecnologia. I risultati rivelano che l’utilizzo dell’IA non è solo una questione tecnologica, ma psicologica. Spieghiamo meglio.

La ricerca

La ricerca si è focalizzata sulla connessione tra ansia, motivazione e fiducia nell’uso dell’intelligenza artificiale, svelando intuizioni interessanti sul modo in cui adottiamo le tecnologie intelligenti. Se facciamo un ricorso minimo a strumenti di IA, allora secondo gli studiosi, l’ansia tende ad aumentare: questo perché fa capolino l’ansia anticipatoria, che riflette la nostra paura del futuro e di conseguenze sconosciute. Chi prova queste sensazioni percepisce l’intelligenza artificiale come una minaccia, e fatica a fidarsi, quindi ne evita l’utilizzo, anche se potrebbe essere uno svantaggio a livello professionale.

La seconda fascia del campione studiato è chi usa l’IA in modo moderato, in cui l’utilizzo è sicuro e controllato. Le persone che la usano, lo fanno con saggezza, perché ne comprendono i limiti, per questo sono a loro agio a lavorare con strumenti di intelligenza artificiale.L’ultimo livello, per così dire, è quello delle persone che fanno un uso eccessivo dell’IA che alimenta un altro tipo di ansia. Forse la più pericolosa, l’ansia da dipendenza, perché sentono di non poter più prendere decisioni in sua assenza. E questa forma di dipendenza può compromettere seriamente la capacità di pensare in modo indipendente, quindi di risolvere i problemi e di sentire un senso di controllo sul proprio lavoro.Queste emozioni “forti” sono spesso correlate alla paura della sostituzione: molti temono che l’IA possa rimpiazzare il contributo umano in diversi settori, mettendo a rischio la sicurezza occupazionale. A questo si aggiunge la preoccupazione per una crescita incontrollata che, senza regolamentazioni adeguate, potrebbe portare a sviluppi imprevedibili e potenzialmente dannosi. Anche la questione della privacy e della sicurezza gioca un ruolo cruciale: l’uso massiccio dei dati personali da parte di sistemi basati sull’IA solleva dubbi sulla protezione delle informazioni sensibili. Infine, l’amplificazione della disinformazione e dei bias è un’altra fonte di ansia, poiché l’IA può rafforzare pregiudizi già esistenti e diffondere notizie false, minando la fiducia nei mezzi di comunicazione e nei sistemi digitali.

L’importanza della conoscenza

Visto che l’Intelligenza Artificiale è destinata a trasformare sempre più il nostro modo di vivere e lavorare, comprendere e gestire l’ansia è fondamentale. Ma come affrontarla? Lo studio suggerisce di adottare una serie di strategie per mitigare queste preoccupazioni. Tutto parte dalla conoscenza, perché avere una maggiore consapevolezza sulle capacità e sui limiti dell’IA aiuta a ridurre timori ingiustificati. A livello normativo, serve una regolamentazione che agisca sul piano etico per garantire uno sviluppo responsabile dell’IA. Infine, un consiglio valido per tutto ciò che riguarda la tecnologia: favorire un approccio equilibrato può evitare gli estremi. Sia il rifiuto totale, sia la dipendenza.

Fonte : Repubblica