AGI – L‘Italia è il paese in Europa con la percentuale più elevata di anziani sul totale della popolazione: il 21,4% di residenti è ultrasessantacinquenne e il 6,4% ultraottantenne. Al quadro demografico consegue una pressante richiesta preventiva, curativa e assistenziale, che può essere realizzata soltanto disponendo di medici preparati in geriatria e gerontologia e capaci di prendersi cura della popolazione che invecchia e dei pazienti anziani, spesso affetti da multipatologia e da declino fisico e cognitivo. Di tutto questo si discuterà domani, venerdì 11 aprile all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma nel corso del congresso dal titolo ‘La geriatria al centro: sfide, integrazione e innovazione nel futuro del sistema sanitario’.
Il convegno unisce per la prima volta il lavoro di tre importanti società scientifiche: la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG), la Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio (SIGOT) e l’Associazione Geriatri Extraospedalieri (AGE). “Il convegno è un’ulteriore occasione per sottolineare l’impegno costante e in prima linea del nostro Policlinico Gemelli nella gestione della fragilita’ del paziente nella sua totalità” afferma il professor Francesco Landi, Ordinario di Medicina Interna e Geriatria all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore del Dipartimento di Scienze dell’Invecchiamento, Ortopediche e Reumatologiche della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
In Italia gli anziani vivono molti anni della loro vita con disabilità più che in altri paesi europei ma la pratica medica, soprattutto nel settore delle cure primarie, non si è adeguata ad affrontare i problemi legati all’invecchiamento della popolazione; le procedure tradizionali non sono sufficienti ad affrontare i problemi degli anziani e i molteplici bisogni che emergono man mano che le performance fisiche e mentali diminuiscono e che la speranza di vita si riduce per cui si sta di fatto ospedalizzando il paziente in fin di vita.
“L’obiettivo della geriatria – spiega ancora Landi – è assicurare molti anni vissuti in salute e per far questo bisogna sapersi occupare sia degli anziani sani che di quelli già malati. La visita medica del paziente anziano deve valutate la resilienza del soggetto, che consiste nella capacità di mantenere costanti le attività abituali comprese la capacità di mantenere una vita attiva, di coping, di interagire con il mondo circostante e di affrontare positivamente gli inevitabili eventi negativi e stressanti della vita. I profili dell’invecchiamento, facendo riferimento alle capacita’ funzionali, variano infatti dall’invecchiamento di successo a quello accelerato: l’ageismo e l’accanimento terapeutico sono le due facce della stessa medaglia quando manca la conoscenza dei processi di invecchiamento e la valutazione delle capacita’ residue del paziente anziano”.
“L’appropriatezza delle cure prevedrà interventi riabilitativi e riattivativi’ negli anziani di successo, mentre la cura degli anziani fragili dovrà prevedere strategie terapeutiche che evitino prescrizioni non necessarie e insicure fino alle cure palliative; comunque in primo piano nel gol delle cure – conclude Landi – dovrà essere messa sempre la qualità della vita del paziente”.
Carmine Cafariello, docente presso la Scuola di specializzazione in Geriatria all’Università Cattolica, Direttore di Dipartimento RSA/R1 e lungodegenza Medica Provincia Romana Camilliani, presidente AGE Regione Lazio, sottolinea che “per la prima volta, le tre principali società scientifiche geriatriche si apprestano a collaborare in un evento congiunto, offrendo un’occasione preziosa di confronto, sinergia e approfondimento scientifico”.
Quindi, mette in evidenza: “Al di là dei contenuti scientifici, la prospettiva che più mi sta a cuore è quella di un riconoscimento sempre più ampio e condiviso del ruolo essenziale della geriatria territoriale: una disciplina – spiega Cafariello – che, con competenza e responsabilità, intercetta i bisogni connessi alla fragilità e ne tutela il valore umano, ponendosi come pilastro imprescindibile nella costruzione di percorsi di cura appropriati e nella prevenzione dei ricoveri incongrui”.
Il convegno è rivolto a tutte le figure professionali che si relazionano con il paziente anziano per valutare meglio in base al grado di fragilità quale sia il piano di intervento più adeguato per conservare una buona qualità di vita, evitando per quanto possibile l’istituzionalizzazione e facendo attenzione alla sua speranza di vita e alle sue decisioni di fine vita se espresse.
Inoltre, si propone come un momento di confronto per i geriatri sui setting assistenziali (domiciliari, semiresidenziali e residenziali) per l’anziano, che si integrano e si ricompongono in un quadro unitario di risposte al bisogno, fino alla guarigione o alla stabilizzazione dei problemi di salute psicofisica del paziente. A questo scopo il congresso prevede diverse sessioni su vari aspetti: di ricerca, diagnostici, terapeutici e riabilitativi della persona anziana tramite letture di aggiornamento, simposi, tavole rotonde, seguiti sempre da una discussione interattiva.
Fonte : Agi