Anche la Francia riconoscerà la Palestina

Anche la Francia potrebbe unirsi presto al gruppo di nazioni che riconoscono la Palestina. Lo ha annunciato il presidente Emmanuel Macron, secondo cui il riconoscimento dovrebbe avvenire a giugno. “Si deve andare verso un riconoscimento, e quindi nei prossimi mesi lo faremo”, ha annunciato in un’intervista su France 5, andata in onda ieri (mercoledì 9 aprile).

Il passo potrebbe avvenire in occasione di una conferenza che Parigi copresiederà con l’Arabia Saudita alle Nazioni Unite a New York, una conferenza che ha anche l’obiettivo di rilanciare una dinamica di riconoscimento reciproco tra Israele e diversi Paesi che finora non lo hanno fatto.

Il riconoscimento ci sarà “perché penso che a un certo punto sarà giusto e perché voglio anche partecipare a una dinamica collettiva che dovrebbe consentire a tutti coloro che difendono la Palestina di riconoscere a loro volta Israele, cosa che molti di loro non stanno facendo”, ha osservato il Capo di Stato.

Le critiche di Israele

 Il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha condannato il potenziale riconoscimento da parte di Parigi. “Un ‘riconoscimento unilaterale’ di un fittizio Stato palestinese, da parte di qualsiasi Paese, nella realtà che tutti conosciamo, sarebbe un premio al terrore e un’iniezione di fiducia per Hamas”, ha scritto Sa’ar in un post su X, senza menzionare direttamente la Francia. “Questo tipo di azioni non avvicinerà la pace, la sicurezza e la stabilità nella nostra regione, ma al contrario: le allontanerà solo ulteriormente”, ha aggiunto, secondo quanto riporta il Times of Israel.

L’iniziativa ha ricevuto invece il sostegno immediato dell’Autorità palestinese, che ha definito una possibile mossa francese “un passo nella giusta direzione” e “coerente con la difesa dei diritti del popolo palestinese”.

Macron ha sottolineato che un simile riconoscimento sarebbe anche “un modo per lottare contro chi nega il diritto di Israele a esistere, come fa l’Iran”, e ha ribadito la necessità di un impegno per la sicurezza collettiva della regione. In questo quadro, ha anche fatto riferimento alla necessità che i difensori della causa palestinese riconoscano a loro volta Israele.

Il piano per Gaza

Durante la sua visita al Cairo, Macron ha espresso sostegno all’iniziativa araba per Gaza, preparata dall’Egitto. Il piano prevede la ricostruzione della Striscia senza lo spostamento dei suoi 2,4 milioni di abitanti, esclude Hamas e auspica il ritorno dell’Autorità palestinese, estromessa dalla Striscia nel 2007.

Il presidente francese ha anche ribadito la sua contrarietà al progetto di Donald Trump di trasformare Gaza nella “Riviera del Medio Oriente”, sottolineando che “la Striscia di Gaza non è un progetto immobiliare”.

Sul piano umanitario, Macron ha chiesto un nuovo cessate il fuoco di “quaranta o cinquanta giorni” per affrontare la crisi nella Striscia, dove Israele ha ripreso le operazioni militari il 18 marzo dopo due mesi di tregua. Il presidente ha inoltre sollecitato la liberazione di una decina di ostaggi, in linea con i colloqui tra Egitto, Qatar e Hamas.

Secondo Macron, “il movimento Hamas non sarà eliminato per via militare”. Il presidente lo ha definito “un’idra” e ha auspicato una soluzione negoziata che preveda l’uscita dei suoi principali dirigenti da Gaza, coinvolgendo Egitto, Qatar e Turchia.

Le reazioni in Francia

L’annuncio di Macron è stato accolto bene nel panorama politico francese, anch se si sono levate alcune voci contrarie. L’ex presidente socialista François Hollande ha parlato di “buon processo” se il doppio riconoscimento di Israele e Palestina sarà garantito. La presidente dell’Assemblea nazionale, Yaël Braun-Pivet, si è detta favorevole a una soluzione a due Stati, chiedendo però “garanzie di sicurezza per entrambi”.

La sinistra radicale ha accolto con entusiasmo la dichiarazione di Macron. “Enfin!”, finalmente, ha esultato Mathilde Panot, capogruppo de La France insoumise, mentre Olivier Faure, primo segretario del Partito socialista, ha definito l’annuncio uno strumento per “fare pressione su un governo israeliano di estrema destra che ha dimostrato da tempo la sua inumanità”.

Di parere opposto il Rassemblement national di Marine Le Pen e Jordan Bardella. Il vicepresidente Sébastien Chenu ha definito l’annuncio “prematuro”, sottolineando che l’attuale Stato palestinese è “sostenuto da Hamas”, movimento considerato organizzazione terroristica da Stati Uniti, Ue e Israele. “È un segnale pericoloso: fate terrorismo e vi riconosceremo dei diritti”, ha attaccato.

Attualmente, circa 150 Paesi riconoscono lo Stato palestinese. Solo nell’ultimo anno si sono aggiunti Irlanda, Norvegia e Spagna, seguite dalla Slovenia.

Fonte : Today