Il Turco con Can Yaman, la vera storia dell’assedio di Vienna che ha ispirato la miniserie

Ha fatto il suo debutto l’8 aprile su Canale 5 la miniserie Il Turco. La co-produzione turco-ungherese, che si concluderà il prossimo 15 aprile e che è disponibile anche su Mediaset Infinity, ha come protagonista il divo delle soap anatoliche Can Yaman, accanto alla giovane attrice italiana Greta Ferro. Tratta dal romanzo El turco. Un’avventura inedita durante il secondo assedio di Vienna di Orhan Yeniaras (tradotto in Italia dalla Casa Editrice Altano), la storia si basa su una leggenda locale del paese trentino in cui è ambientata, Moena: qui esiste un Rione Turchia e c’è anche una fontana che riporta una statua dalle fattezze ottomane con addirittura una mezzaluna e una stella tipiche del vessillo di questo paese. Come mai questa strana coincidenza geografica, che ha portato poi fino alla realizzazione de Il Turco?

Locandina della serie Il Turco con Can Yaman e Greta FerroMediaset

La leggenda e anche la serie partono dal presupposto che un soldato dell’armata ottomana impegnata durante l’assedio di Vienna del 1683 (in questo caso Hasan Balaban, interpretato da Yaman) fosse riuscito a fuggire al disastro delle truppe turche e addirittura al tradimento dei propri commilitoni. Ferito e fuggitivo, si è ritrovato proprio a Moena, sulle Dolomiti, dove è stato accolto e curato dalla popolazione locale. Nella versione televisiva a prendersi cura di lui è una giovane donna bella e misteriosa, Gloria (a cui dà il volto Ferro), la quale era vista come una specie di strega dalla popolazione locale. I due, però, riusciranno a convincere gli abitanti a dar loro fiducia, soprattutto lottando contro gli avidi interessi di un signorotto locale, Marco Benedetti di Vicenza (interpretato dall’attore inglese Will Kemp). Questa parte della vicenda è ovviamente romanzata, ma oltre a fornire un contesto di fantasia a un mito locale perduto nei secoli si riallaccia anche a un fatto storico di più ampia portata e dalle grandi conseguenze per la storia europea tutta.

L’assedio di Vienna

Proprio nel 1683, infatti, giungevano al culmine gli scontri tra i Domini degli Asburgo, che all’epoca controllavano gran parte dell’Austria e della Boemia, e le truppe dell’Impero ottomano, giunte dai Balcani alle mura di Vienna. Quello che in realtà è noto come il secondo assedio di Vienna perdurava dal 14 luglio precedente e aveva portato la popolazione locale allo stremo. I soldati ottomani erano tra i 150 e i 300mila, mentre le forze cristiane, che vedevano un’alleanza di polacchi, austriaci, toscani, veneziani, mantovani, franconi, svevi, bavaresi e sassoni guidati da diversi comandanti come Giovanni III Sobieski ed Eugenio di Savoia, raggiungeva a malapena gli 80mila. Una fitta rete diplomatica (guidata dall’imperatore Leopoldo I d’Asburgo e dal papa Innocenzo XI), errori tattici da parte degli ottomani e anche l’insubordinazione appunto di alcuni reparti dei compositi eserciti di Kara Mustafa Pascià ribaltarono la situazione a favore della Lega Santa, così chiamata perché simbolicamente preposta a salvare il Continente dall’invasione dei cosiddetti “infedeli”.

Tra l’11 e il 12 settembre di quell’anno, appunto, si svolse la battaglia definitiva che a sorpresa vide il trionfo dei filoasburgici, anche per via dei vani tentativi di Kara Mustafa di penetrare dentro Vienna invece di difendersi dagli attacchi laterali dei vari reggimenti cristiani (lo stesso condottiero fu fatto giustiziare dal sultano Mehmed). Le perdite in campo ottomano ammontarono a circa 45mila contro i 15mila del fronte avversario e, ritirandosi, gli ottomani lasciarono indietro anche parecchi dei tesori che avevano saccheggiato e conquistato negli anni precedenti. Dalla fusione dei cannoni turchi fu realizzata una gigantesca campana ancora oggi installata nel Duomo di Vienna.

La vittoria fu non solo simbolica dal punto di vista religioso, ma ebbe forti conseguenze geopolitiche, frenando le mire dell’Impero ottomano sull’Europa occidentale e sugli alti Balcani, permettendo all’Austria di conquistare tutta l’Ungheria e la Transilvania e anche a un piccolo stato come il Ducato di Savoia di imporsi dal punto di vista diplomatico. Alcuni storici individuano altre conseguenze culturali, come l’introduzione definitiva del caffé in Europa, i cui sacchi erano stati abbandonati dai Turchi in fuga. C’è anche una più drammatica ricaduta recente: molti esperti concordano nel ritenere che gli attacchi dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle di New York siano stati concepiti da Al Qaeda in questa data proprio come vendetta della storica sconfitta dopo l’assedio di Vienna, considerato il momento in cui la cristianità aveva prevalso sull’Islam.

Fonte : Wired