A febbraio il governo statunitense ha designato diversi cartelli della droga messicani come organizzazioni terroristiche globali. La decisione è arrivata poco dopo le rivelazioni sull’esistenza di un programma segreto della Cia per il monitoraggio della criminalità organizzata in Messico, condotto con droni Mq-9 reaper e iniziato durante la presidenza di Joe Biden nel quadro di una collaborazione limitata con le autorità messicane. L’obiettivo era quello di formare un’unità di intelligence congiunta per individuare i laboratori di fentanyl vicino al confine.
Con l’inizio del secondo di mandato di Trump, il programma è stato intensificato. Un rapporto al Congresso che dà conto degli ultimi voli tuttavia non cita il coinvolgimento delle forze dell’ordine messicane e sottolinea che le operazioni si spingono “in profondità nel territorio sovrano del Messico“. Secondo gli esperti, gli ultimi sviluppi potrebbero gettare le basi per una futura azione militare diretta e unilaterale contro i cartelli in Messico.
La reazione del Messico
Durante una conferenza stampa dell’8 luglio, la presidente del Messico Claudia Sheinbaum ha respinto con forza l’ipotesi di una possibile azione militare statunitense nel paese, definendo comunque improbabile un’incursione unilaterale per via del fitto “dialogo sulle questioni di sicurezza e su molte altre questioni” tra i due paesi.
“Anche se l’idea non è stata presentata formalmente, abbiamo spiegato chiaramente che non risolverebbe il problema alla radice. La cosa che funziona davvero è l’attenzione alle cause profonde, gli arresti guidati dal lavoro di intelligence e dalle indagini, il coordinamento e la tolleranza zero per l’impunità – ha dichiarato Sheinbaum –. Respingiamo categoricamente azioni del genere e non crediamo che si verificheranno”
Dopo che il governo americano aveva designato cartelli messicani come organizzazioni terroristiche, la presidente messicana ha presentato due riforme costituzionali finalizzate a scongiurare “un’invasione della sovranità nazionale” messicana. “Vogliamo chiarire che non stiamo negoziando la nostra sovranità. Questa designazione non deve diventare una scusa per permettere agli Stati Uniti di violare la nostra autonomia”, ha detto all’epoca Sheinbaum.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.
Fonte : Wired