Roma diventa un museo in realtà virtuale a cielo aperto

Anche la fruizione turistica del patrimonio culturale può passare attraverso canali sperimentali e immersivi, per una nuova esperienza di visita. Nasce proprio così “Immersive Rome”, dall’idea di scoprire alcuni siti monumentali della Capitale con l’ausilio di Visori VR “Meta Quest” di ultima generazione. Un viaggio nel tempo attraverso una ricostruzione in 3D di Colosseo, Foro Romano, Circo Massimo, Piazza Navona, Via Appia e Ostia Antica, abbinate a delle spiegazioni vocali che contribuiscono a restituire l’atmosfera dell’epoca e ricostruire frammenti di originale splendore della Città Eterna.

“Il progetto nasce con l’intento di rimetterci in pari con gli altri Paesi – racconta Dario Cevoli, CEO & Business Manager di “Virtualogiq”, azienda specializzata nella fornitura di hardware e software per la Realtà Virtuale (VR), Aumentata (AR), Mista e Olografica – dove si lavora tanto sulla fruizione innovativa delle attrazioni turistiche. Qui, in particolare, a Roma, la consapevolezza di vivere immersi nella bellezza e di ricevere milioni di visitatori ogni anno, ci ha reso un po’ pigri nella proposta. Ma nel frattempo la tecnologia evolve a ritmi spaventosi e si espande in tutti gli ambiti, non ha molto senso ignorarlo”. Software house italiane e internazionali hanno collaborato alla creazione del modello digitale, adesso fruibile ai visitatori mediante un’esperienza che consente, dopo l’esperienza immersiva, di accedere fisicamente al Colosseo, per poi visitare liberamente il Foro Romano e il Palatino.

Indossare i visori equivale a passeggiare virtualmente tra le antiche rovine, osservare opere d’arte nel dettaglio e vivere le atmosfere del passato. L’esperienza è concepita per essere interattiva, permettendo agli utenti di accedere a informazioni contestuali e multilingue su ogni destinazione esplorata attraverso racconti audio, immagini e filmati. Inoltre, il progetto offre tour virtuali guidati che ricreano la presenza di esperti intenti a illustrare le caratteristiche storiche, artistiche e architettoniche di ogni sito.

“L’offerta digitale nasce proprio per accompagnare l’esperienza fisica dei visitatori e non certo per sostituirla – sottolinea Cevoli – è una sorta di estensione, un’appendice creativa che si genera grazie alla realtà virtuale”. L’obiettivo è naturalmente generare un modello scalabile in grado di essere applicato ai beni monumentali che lo consentono. Roma è solo il punto di partenza per un progetto che mira a espandersi.

Tra le sperimentazioni presto anche un walking tour, che mixa l’utilizzo di visori di Realtà Virtuale o Aumentata al tradizionale giro per i vicoli di Roma con le Guide Turistiche. Simili esperienze di fruizione immersiva agevolano la comparazione e dunque la comprensione di passato e presente, stimolando sfere sensoriali ed emotive: ricreare mentalmente uno scenario ben documentato amplifica la fascinazione, prepara alla visita reale o la commenta. Le architetture tridimensionali della Virtual Reality per il Cultural Heritage espandono la dimensione multisensoriale del fruitore, che “tocca” il passato, visualizzandolo idealmente e dunque interpretandolo.

Fonte : Repubblica