I dazi introdotti dall’amministrazione statunitense stanno spingendo l’Unione Europea (e non solo) a valutare contromisure più rigide verso le esportazioni statunitensi, in particolare nel settore dei servizi digitali. Restrizioni che potrebbero impattare anche sui colossi tech americani, Google in primis.
Ma da tale incertezza è possibile intraprendere – o quantomeno, provare a farlo – alcune strade alternative. A questo proposito, sono sempre di più gli utenti pronti a supportare le aziende e startup tech del Vecchio Continente, ricercando alternative software di origine europea (o comunque non statunitensi).
Nel dettaglio, parliamo di browser e di motori di ricerca, applicazioni che spesso vengono confuse tra loro: il browser (come Google Chrome o Mozilla Firefox, entrambi “made in Usa”) è un programma che accede alla Rete tramite un indirizzo web (Url) e visualizza le pagine. Il motore di ricerca (come Google o Bing, americani tutti e due), invece, individua le pagine web attraverso le informazioni specifiche all’interno dei termini di ricerca. La domanda, a questo punto, è d’obbligo: motori di ricerca e browser “americani” sono sostituibili? E se sì, con quali alternative? Proviamo a fare chiarezza, indicando le possibili soluzioni su cui orientarsi.
Alternative a Chrome
Cambio vita? No, cambio browser. È difficile non aver mai usato Chrome, il browser di proprietà di Google che domina il mercato globale. Nel novembre 2024, il governo USA aveva richiesto ufficialmente ad Alphabet (la holding che controlla Google) la cessione del suo browser. Il Dipartimento di Giustizia accusava Google di aver violato le regole sulla concorrenza, imponendo Chrome come motore di ricerca predefinito su Android. Pochi mesi dopo, con il ritorno di Trump alla Casa Bianca e l’imposizione dei dazi, il contesto è cambiato radicalmente.
Ma, per chi desidera comunque virare su browser del Vecchio Continente, quali sono le alternative? Due su tutte (entrambe nord europee): la norvegese Vivaldi (la cui sede principale è ad Oslo) e lo svedese Mullvad (con headquarter a Göteborg). Basato su Chromium (browser web open source gratuito), Vivaldi assicurare prestazioni, sicurezza e compatibilità affini a Chrome.
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Al contempo, mette a disposizione dell’utente una serie di strumenti integrati (senza la necessità di estensioni) per “ritoccare” ogni aspetto visivo e funzionale del browser.
Come Vivaldi, anche Mullvad si concentra in particolare sulla privacy, sull’anonimato e sulla sicurezza degli utenti, bloccando di default gli annunci pubblicitari. In particolare, Mullvad suggerisce l’uso di una Vpn, una rete privata virtuale, per un’ulteriore protezione contro il tracciamento.
Entrambi rappresentano alternative valide, ma Chrome resta per molti insostituibile per tre motivi: velocità, semplicità d’uso e perfetta sincronizzazione tra dispositivi.
Motori di ricerca europei
Sostituire il motore di ricerca è ancora più complicato, soprattutto per abitudine. Google, con oltre il 91% delle ricerche globali, mantiene una posizione dominante. Ma le alternative esistono, e si stanno organizzando.
Ecosia e Qwant hanno unito le proprie forze per creare la European Search Perspective (EUSP), un’infrastruttura di ricerca con sede a Parigi, indipendente dai colossi americani e progettata con un approccio “privacy first” (la privacy prima di ogni cosa). L’intento della partnership? Rinsaldare la sovranità tecnologica europea. Ma è più facile a dirsi che a farsi: tanto Ecosia (made in Germany) quanto Qwant (francese) si affidano infatti alle API (Application Programming Interface, “l’interfaccia di programmazione di un’applicazione”) di Microsoft Bing, mentre Ecosia impiega anche i risultati di ricerca di Google. Ciò nonostante, spesso l’utente deve affinare la ricerca prima di trovare l’informazione desiderata.
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Tra i motori di ricerca europei Swisscows merita una menzione particolare, lanciato nel 2014 dall’azienda svizzera Hulbee AG, che sfrutta un server dedicato e non lavora con cloud oppure fornitori terzi. Le ricerche su questa piattaforma sono pertanto anonime, e l’utente può ottimizzare ulteriormente Swisscows (che utilizza sempre un mix di Bing e del suo indice di ricerca) con opzioni di filtro per la famiglia. Promettendo di restituire un’esperienza online sicura per tutte le età.
Lo ribadiamo (se mai ce ne fosse bisogno): ad oggi Google resta il motore di ricerca più popolare e utilizzato a livello globale. E non ci sono neppure Baidu o Yandex – motori di ricerca leader, rispettivamente, in Cina e in Russia – che tengano. Grazie al suo algoritmo avanzato, Google scandaglia costantemente la Rete ricercando contenuti di qualità. Senza dimenticare che è il punto di riferimento per il posizionamento SEO (Search Engine Optimization, la posizione di un sito web nei risultati di un motore di ricerca), che agli utenti di affinare le ricerche. Al mondo ci sono oltre 1500 diversi motori di ricerca, e se – numeri alla mano – Google detiene oltre il 90 per cento della quota mercato in Europa, una ragione ci sarà.
Fonte : Today