I dazi e la Cina. Come sta reagendo Pechino alla guerra commerciale di Trump?

I dazi alla Cina toccano il livello record del 104%. La Casa Bianca ha confermato che oggi sono entrati in vigore i dazi “reciproci” su circa 60 paesi, ma per la Cina la situazione è drasticamente peggiorata negli ultimi giorni. Dopo l’annuncio di Trump della scorsa settimana di imporre tariffe del 34%, Pechino ha risposto duramente con controdazi equivalenti, restrizioni alle esportazioni di terre rare e l’inclusione di alcune società statunitensi nelle liste nere commerciali.

La reazione americana è stata immediata: un ordine esecutivo, firmato martedì 8 aprile dal presidente, aggiunge un ulteriore 50% di tariffe sulle importazioni cinesi, portando il totale al 104%. Le misure colpiscono l’intero spettro delle merci cinesi, dai prodotti elettronici ai veicoli elettrici. Particolarmente significativo l’aumento delle tariffe sui pacchi di valore inferiore agli 800 dollari, che saliranno dal 30% al 90%, colpendo direttamente gli acquisti da popolari piattaforme cinesi come Shein e Temu.

Lo scontro commerciale tra Washington e Pechino

La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha chiarito la posizione americana: “I paesi che scelgono di reagire con ritorsioni stanno commettendo un errore. Il presidente Trump non indietreggerà“. La decisione prosegue nonostante il tracollo dei mercati, con l’indice S&P 500 che ha perso il 18,9% dal massimo di febbraio, avvicinandosi alla soglia del “mercato orso”, termine che indica una fase prolungata di ribassi superiori al 20%. Prima dell’imposizione dei dazi “reciproci” del 34% della scorsa settimana, gli Stati Uniti applicavano già una tariffa media del 20,8% sui prodotti cinesi, livello ereditato dall’amministrazione Biden e del 100% sulle automobili. Nel 2023, gli Usa hanno importato beni cinesi per 439 miliardi di dollari, esportandone solo 144, con un deficit commerciale di 295 miliardi.

Le analisi economiche evidenziano che i precedenti dazi imposti da Trump tra il 2017 e il 2020 non hanno ridotto il deficit commerciale con la Cina, ma hanno aumentato i prezzi per i consumatori americani di circa il 25% sui prodotti colpiti. Per i consumatori americani i nuovi dazi si tradurranno in aumenti di prezzo. Le scarpe prodotte in Asia costeranno di più, così come smartphone, computer e veicoli elettrici. Gli analisti prevedono rincari variabili a seconda della categoria merceologica: dal 10% per le apparecchiature mediche fino al 30% per componenti informatici e giocattoli. I prodotti elettronici subiranno aumenti significativi, dato il ruolo dominante della Cina nella catena di approvvigionamento di questo settore. Nei supermercati americani negli scorsi giorni si è registrato un aumento degli acquisti preventivi. Nel frattempo, i rivenditori americani stanno riorganizzando le strategie di approvvigionamento, con possibili ritardi nella disponibilità di alcuni prodotti.

Fonte : Wired