Il centrodestra ritira la norma per cancellare i ballottaggi

Dietrofront della maggioranza: il centrodestra ha deciso di ritirare l’emendamento al centro delle polemiche che puntava ad abolire il turno di ballottaggio alle elezioni amministrative nei comuni con più di 15 mila abitanti. La proposta era stata presentata al cosiddetto decreto Elezioni, all’esame del Senato. Nelle intenzioni del centrodestra però rimane l’obiettivo di eliminare il secondo turno per l’elezione dei sindaci. 

“Via ballottaggio con ddl”

Ad annunciare il ritiro della norma sono stati gli stessi firmatari dell’emendamento: i capigruppo di centrodestra in Senato Lucio Malan (FdI), Massimiliano Romeo (Lega), Maurizio Gasparri (FI) e Michaela Biancofiore (Noi moderati). I quattro senatori assicurano che il ballottaggio alle amministrative sarà abolito: “Il centrodestra su questa scelta è unito e determinato. Abbiamo posto il problema in varie sedi. Ci è indifferente lo strumento con cui raggiungere questo traguardo e siamo ben consapevoli che questa scelta non può riguardare il turno elettorale, peraltro non molto esteso, del 25 maggio prossimo”.

Il centrodestra vuole cancellare i ballottaggi, le opposizioni insorgono: “Furto di democrazia”

Gli esponenti della maggioranza ricordano di aver depositato sia un disegno di legge sull’abolizione del secondo turno sia un altro provvedimento che riguarda soprattutto le Regioni. “Al ballottaggio partecipa un numero limitato di elettori e spesso chi vince prende meno voti del candidato che si classifica secondo al primo turno. C’è, quindi, un problema di legittimazione democratica e di partecipazione”, denunciano Malan, Romeo, Gasparri e Biancofiore. “Proprio per evitare polemiche ed essendo lontano il successivo turno elettorale amministrativo daremo priorità ai disegni di legge che abbiamo già depositato con le firme di tutto il centrodestra e per i quali solleciteremo una rapidissima approvazione”. I capigruppo di maggioranza assicurano che i disegni di legge già depositati “saranno rapidamente approvati perché l’obiettivo che perseguiamo è giusto, ampiamente condiviso, coerente con le norme già in vigore in Friuli Venezia Giulia, in Sicilia, in Toscana e con quanto dissero nel passato esponenti del Pd in Parlamento. Andiamo avanti auspicando un confronto, ma non accettando veti”.

Fonte : Today