Finta pausa dei dazi, ecco il post che ha mandato in tilt Wall Street

Un messaggio circolato lunedì 7 aprile su X, che riportava erroneamente l’intenzione dell’amministrazione Trump di sospendere temporaneamente i dazi doganali, ha provocato forti oscillazioni nei mercati finanziari statunitensi. La notizia, amplificata dall’account “Walter Bloomberg” – molto seguito nel mondo del trading –, sosteneva che il presidente stesse considerando una pausa di 90 giorni nell’applicazione delle tariffe per tutti i paesi eccetto la Cina. I listini americani hanno registrato un repentino rialzo, seguito da un altrettanto rapido ritorno ai livelli precedenti dopo la smentita formale della Casa Bianca. Ecco un esempio di cosa può accadere nell’era delle breaking news, territorio che spesso sconfina nelle fake news, intenzionali o meno.

Il percorso della disinformazione

L’errore alla base dell’intera vicenda è nato da un’intervista su Fox News a Kevin Hassett, direttore del Consiglio economico nazionale della Casa Bianca. Durante il colloquio, alla domanda se l’amministrazione avrebbe considerato una pausa nell’applicazione delle tariffe, Hassett aveva risposto in modo generico: “Il presidente deciderà ciò che il presidente deciderà“, senza accennare a piani concreti. Secondo la ricostruzione del Financial Times, l’account “Hammer Capital” su X è stato il primo a diffondere l’interpretazione errata delle dichiarazioni di Hassett. Si tratta di un account collegato ad ambienti di trading finanziario, con circa 600 follower, che successivamente ha dichiarato di aver semplicemente “riportato ciò a cui il mercato stava reagendo” dopo che alcuni desk di trading avevano iniziato a far circolare questa interpretazione. Il messaggio pubblicato riportava erroneamente: Trump sta considerando una pausa di 90 giorni alle tariffe per tutti i paesi tranne la Cina. Si è trattato di un fraintendimento significativo, poiché Hassett non aveva mai menzionato né i 90 giorni né l’eccezione per la Cina. La Casa Bianca, infatti, ha successivamente pubblicato il video dell’intervista originale per dimostrare la natura imprecisa delle informazioni circolate.

Tuttavia, prima che arrivasse la smentita della Casa Bianca, la falsa informazione è stata ripresa da un’altro account di X, questa volta molto più seguito del primo: si tratta di “Walter Bloomberg”, con oltre 800.000 follower. L’account opera in una zona grigia dell’informazione finanziaria: nonostante il nome che richiama la famosa agenzia di stampa, non ha alcuna affiliazione ufficiale con Bloomberg. Si tratta di un aggregatore non autorizzato che ha costruito il proprio seguito grazie a una pratica specifica: ripubblicare rapidamente su X le notizie finanziarie che appaiono sul Bloomberg Terminal, un servizio in abbonamento che costa migliaia di dollari all’anno e che viene utilizzato dai professionisti della finanza per accedere in tempo reale ai dati di mercato. In pratica, quest’account rende gratuitamente accessibili a un pubblico più ampio informazioni che normalmente sarebbero riservate solo agli abbonati paganti. Effetto domino. L’eco mediatica ha continuato ha crescere fino a quando persino Cnbc ha trasmesso la notizia travisata in diretta televisiva, mostrandola come titolo in sovrimpressione sullo schermo. A questo punto, perfino l’autorevole agenzia di stampa Reuters ha ripreso l’informazione, citando Cnbc come fonte e conferendo ulteriore credibilità alla bufala. La garanzia di queste testate autorevoli ha permesso così alla falsa notizia di influenzare i mercati prima che potesse essere smentita.

Le ripercussioni sul mercato e le reazioni istituzionali

L’impatto sui mercati è stato immediato. L’indice S&P 500 ha registrato un balzo del 6% nei minuti successivi alla diffusione dell’informazione errata, per poi perdere tutti i guadagni dopo la smentita della Casa Bianca. Questa estrema volatilità rappresenta milioni di dollari di transazioni eseguite in pochi minuti, evidenziando la straordinaria sensibilità dei mercati alle notizie riguardanti le politiche commerciali di Trump. Gli investitori, infatti, erano già allarmati per le possibili conseguenze economiche dei nuovi dazi annunciati dall’amministrazione Trump, e qualsiasi indicazione di un ammorbidimento della posizione sarebbe stata vista come un segnale positivo.

Ma come è stato possibile che un semplice tweet abbia potuto provocare una reazione del genere? Il meccanismo che trasforma un’informazione in un movimento di mercato così significativo è complesso ma sempre più comune nell’era del trading algoritmico. I sistemi di trading automatizzato sono programmati per reagire istantaneamente a determinate parole chiave e notizie. Molti di questi algoritmi analizzano continuamente i flussi di informazioni, inclusi i social media e i canali di notizie finanziarie, ed eseguono ordini di acquisto o vendita in frazioni di secondo. Nel caso specifico, la menzione di una “pausa alle tariffe” ha innescato una serie di acquisti automatici, poiché gli algoritmi hanno interpretato questa informazione come un segnale rialzista per il mercato. I trader umani, vedendo il movimento iniziale, hanno poi amplificato il trend seguendo la direzione del mercato.

L’elevata velocità di reazione dei mercati moderni rende particolarmente pericolosa la diffusione di informazioni non verificate. La liquidità istantanea disponibile sui mercati azionari permette di eseguire enormi volumi di transazioni in tempi brevissimi, creando movimenti significativi prima che ci sia il tempo di verificare l’accuratezza delle notizie. A questo si aggiunge la profonda interconnessione tra diversi mercati: le oscillazioni su un indice si propagano rapidamente ad altri strumenti finanziari, creando un effetto a catena. Bisogna però tenere a mente che il mercato è resiliente di fronte a questo tipo di dinamiche. Nel caso in esame, dopo la smentita ufficiale, si è verificato un fenomeno speculare con massicci ordini di vendita che hanno riportato gli indici ai livelli precedenti. Alla chiusura delle contrattazioni, nonostante le marcate oscillazioni durante la giornata, i principali indici di Wall Street hanno registrato valori sostanzialmente invariati rispetto all’apertura, a dimostrazione di come questi episodi possano creare turbolenze significative senza necessariamente intaccare realmente il mercato.

Fonte : Wired