Metalupi, davvero una startup ha riportato in vita l’enocione?

Uno degli argomenti a favore del lavoro in questo campo è il senso di meraviglia che suscita nelle persone – dice Shapiro –. L’idea di poter vedere una specie che abbiamo portato all’estinzione e che ora abbiamo riportato indietro dall’estinzione può cambiare il modo in cui pensiamo alla crisi della biodiversità“.

Come è nato il “metalupo” di Colossal

Prima di entrare a far parte dello staff di Colossal, Shapiro era una consulente scientifica dell’azienda. È stato in quel periodo, in occasione di una riunione dell’azienda a Dallas, che è nata l’idea di riportare in vita l’enocione. La donna insegna tuttora all’Università della California – Santa Cruz e nel 2021 è stata coautrice di una ricerca che tentava di ricostruire la storia evolutiva dei lupi attraverso il sequenziamento dei genomi di cinque diversi fossili.

Per questo progetto di de-estinzione, Shapiro e i suoi colleghi sono tornati su due fossili di enocione sequenziati per lo studio del 2021: un dente di 13mila anni fa proveniente da Sheridan Pit, Ohio, e un osso dell’orecchio interno di 72mila anni fa rinvenuto ad American Falls, in Idaho. Gli scienziati hanno estratto e sequenziato il dna dai due fossili, assemblandolo in un genoma che, secondo Shapiro, contiene 500 volte più dati rispetto all’analisi precedente.

Le nuove informazioni potrebbero anche cambiare la nostra comprensione della storia evolutiva dell’enocione. In precedenza gli scienziati ritenevano che questi animali si fossero allontanati dall’antenato che condividono con i lupi grigi circa 5,7 milioni di anni fa, un aspetto che renderebbe la specie estinta geneticamente più vicini agli sciacalli che agli attuali lupi comuni. Ma Shapiro sostiene che l’analisi di Colossal ha scoperto che gli enocioni sono il prodotto di un incrocio tra due diversi lignaggi di lupi, avvenuto tra 2,5 e 3,5 milioni di anni fa. La direttrice scientifica dell’azienda afferma che lei e gli autori dell’articolo originale hanno in programma di pubblicare un nuovo documento che incorpori i nuovi dati.

Studiare il genoma dell’enocione ha anche permesso al team di Colossal di capire quali caratteristiche distinguessero l’antico lupo dai suoi parenti moderni. L’azienda ha selezionato tratti legati alle dimensioni, alla muscolatura e al mantello (colore, consistenza, lunghezza e motivi). Lo staff ha quindi utilizzato l’editing genico per modificare il genoma delle cellule del parente vivente più vicino all’enocione, il lupo grigio. In totale, la società ha apportato 20 modifiche uniche a 14 geni nel genoma dell’animale; di queste, 15 erano finalizzate a riprodurre varianti genetiche estinte del lupo grigio. Colossal sostiene che si tratta di un numero record di modifiche genetiche uniche apportate a un animale.

Il dilemma della definizione

Ma il genoma degli enocioni di Colossal è quasi identico a quello del lupo grigio. Il che solleva una questione spinosa: questi animali sono davvero enocioni o solo lupi grigi modificati geneticamente? Lamm, naturalmente, sostiene la prima ipotesi. “Noi li chiamiamo enocioni – dice –. L’aspetto interessante è che la speciazione è un campo in cui gli scienziati non sembrano essere d’accordo“. Spesso una specie è definita da una combinazione di caratteristiche genetiche e fisicamente visibili, tra cui i denti e la forma, le dimensioni e il colore del corpo.

Fonte : Wired