Cos’è la parabola della matita? Elon Musk si affida all’economista Milton Friedman per ribadire la propria contrarietà ai dazi di Donald Trump. E lo fa in modo tutt’altro che sibillino, sebbene di fatto non scriva alcunché ma si limiti – come in altre occasioni – a pubblicare sul proprio social X un vecchio video in cui il Nobel all’economia, scomparso nel 2006, illustrava la necessità di abbattere le barriere commerciali.
I dazi di Trump? Un errore da matita… rossa
Il teorico del neoliberismo più spinto che ha caratterizzato le politiche di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher in pochi secondi spiegava perché i dazi rischino di danneggiare l’economia e lo faceva partendo dalla matita che stringeva tra le mani: “Una persona sola non può fabbricare questa matita”, aggiungendo che “il legno viene da un albero tagliato nello stato americano di Washington“, quindi ricordando che “per tagliare l’albero ci è voluta una sega. Per fare la sega ci è voluto l’acciaio. La grafite della punta penso che venga da qualche miniera in Sud America. La gomma per cancellare viene probabilmente dalla Malesia, il cinturino metallico o la vernice gialla o la colla che tiene tutto insieme, non ho la minima idea da dove vengano“, aggiungeva il premio Nobel. “Quello che intendo è che non una sola persona bensì letteralmente migliaia di persone hanno collaborato per costruire questa matita“, chiosava il liberista.
La “magia del sistema dei prezzi” di Milton Friedman
L’economista poi andava oltre, insistendo sulla cooperazione creata dal libero mercato: “Persone che non parlano la stessa lingua, che non hanno la stessa religione, che magari si odierebbero gli uni con gli altri se si incontrassero” hanno cooperato tra loro al fine di realizzare quella piccola e solo apparentemente semplice matita. “Cosa li ha portati a lavorare insieme per fare una matita che voi potete comprare per pochi soldi?“, chiedeva retoricamente Friedman. “Nessun ordine dall’alto di qualche commissario governativo. È stata la magia del sistema dei prezzi. Ecco perché il libero mercato è così essenziale, non solo per promuovere efficienza economica ma ancora di più per favorire pace e armonia tra i popoli della terra”.
Le parole di Musk ospite di Salvini
Ogni teoria economica naturalmente ha i suoi pro e i suoi contro, specie se portata all’eccesso. Ma più che le parole di Friedman oggi conta chi le ha riproposte, sfoderando quel video sull’account più seguito su X: Elon Musk. Nel fine settimana l’imprenditore che ha sostenuto a suon di sostanziosi assegni la corsa elettorale di Donald Trump si era già schierato contro le ultime mosse economiche del tycoon intervenendo al congresso della Lega che ha nuovamente acclamato il vicepremier Matteo Salvini segretario federale fino al 2029. “Spero – aveva detto l’imprenditore sudafricano – che gli Stati Uniti e l’Europa riescano a realizzare, a creare una partnership molto stretta, spero che ci sposteremo a una situazione di zero dazi in futuro, con una zona di libero scambio tra l’Europa e il Nord America. Questa è la mia speranza per il futuro“.
Trump perde il sostegno degli imprenditori?
Ma è con l’intervento odierno, slegato da eventi politici di portata nazionale ed enfatizzato dal megafono del proprio account X, che Musk rischia di acuire il solco con l’attuale inquilino della Casa Bianca (che secondo il presunto scoop di Politico, già smentito proprio da Trump, si augurerebbe una sua pronta uscita per tornare a concentrarsi esclusivamente sui propri affari, richiamato dalle difficoltà economiche in cui versa Tesla).
Nelle ultime ore un altro peso massimo dell’economia statunitense, il miliardario Bill Ackman, gestore di hedge fund (fondi speculativi ad alto rischio), proprio su X ha attaccato il segretario al Commercio Howard Lutnick (anche se poi ha compiuto una parziale retromarcia), quindi si è rivolto a Trump, di cui è stato un fiero sostenitore, invitandolo a prendersi 90 giorni di tempo per ripensare la strategia della guerra dei dazi che il tycoon ha fatto detonare dal giardino delle rose della Casa Bianca. La lista dei sostenitori di Trump insomma sembra assottigliarsi.
Fonte : Wired