Un’app made in Italy per difendersi dai dazi di Trump. Viene dal mondo della politica, un gesto concreto, alla portata di tutti per distinguere i prodotti italiani, europei o di altri paesi da quelli americani, ed orientarsi nella spesa. Anche al supermercato. L’applicazione (dal nome molto SEO) si chiama trumptax ed è stata sviluppata dal gruppo Alleanza Verdi Sinistra di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni e diffusa proprio nei giorni in cui il mondo attendeva la notizia dei dazi da Washington.L’app è scaricabile sullo store Android, perché Apple non ha dato il permesso (dice Bonelli), ma il problema si aggira facilmente. Basta andare sul sito trumptax.eu e si può utilizzare da qualsiasi dispositivo, sia iPhone che tablet, proprio perché funziona anche tramite browser.
Come si usa
Una volta aperta l’app o il browser si accede a “iniziamo ora” che apre la fotocamera (bisogna dare l’autorizzazione) ed appare un rettangolo che indica il punto in cui inquadrare il codice a barra, che si trova su ogni prodotto. Inquadrando il codice, e cliccando su scansiona oppure in automatico quando viene riconosciuto dal sistema, viene restituita l’origine del prodotto. Lo abbiamo testato su tre differenti prodotti. Il primo è un ketchup, chiaro prodotto di origine americana, ma la scansione ha identificato la provenienza dei Paesi Bassi.
Poi siamo passati ad un vino tipico del Trentino Alto Adige, il Gewürtztraminer, ed ovviamente l’origine è quella di casa nostra. La filiera del vino, purtroppo, è molto preoccupata dai dazi di Trump, perché esportiamo negli Stati Uniti, quantità importanti di vino e spumante, oltre ai prodotti gastronomici. Ora, quando andiamo al supermercato, i vini italiani sono quasi il 100% di quelli che troviamo sugli scaffali, al massimo per gli intenditori ci sono quelli europei, difficile trovare gli americani. Ma è capitato a chi scrive di trovare in una nota catena discount, un vino importato dagli Stati Uniti. Se per il vino però, l’origine è più semplice, per altri prodotti potrebbe non essere lo stesso.
La terza scansione che abbiamo testato con trumptax è un libro, acquistato proprio negli Stati Uniti, di un grande scrittore del Novecento, Ernest Hemingway, ed in quel caso l’origine americana è stata confermata da trumptax.Una volta ottenuta la risposta, si può scegliere se aderire alla campagna TrumpTax, “evitando acquisti che sostengono indirettamente politiche negative” si legge sul sito o ci si può iscrivere alla mailing list per restare informati sulla campagna e le novità di TrumpTax. Insomma un modo per esprimere il proprio dissenso, verso quella che viene definita una guerra commerciale, con conseguenze – probabilmente negative – ma ancora non verificabili.
Il contatore
Inoltre l’app monitora anche il totale dei prodotti scansionati con un counter progressivo che nel momento in cui stiamo scrivendo era arrivato a 17910 prodotti scansionati. Di questi 1296 erano americani, 10204 italiani e 6410 di altri paesi. Il sito suggerisce anche di aderire a #TrumpTax per “usare il proprio potere di consumatore per promuovere un mondo basato sulla cooperazione internazionale e non sull’unilateralismo”. I due promotori dell’app, Fratoianni e Bonelli hanno dichiarato che l’app è un aiuto rivolto ai consumatori a prediligere i prodotti italiani ed europei a quelli statunitensi.
Fonte : Repubblica